Lasciatemi cantare...



Osh, Kyrgyzstan, Oct 7

Fare autostop in un punto remoto come Sary Tash e' un rischio. Se il confine cinese, causa del 90% del traffico usuale e' chiuso, il rischio di rimanere ore ed ore in attesa aumenta. Se poi l'unica macchina che passa la rifiuti perche' chiede troppi soldi allora sei un cretino: eccomi qui! Ovviamente finisco per prendere quella successiva, pagando lo stesso prezzo ma aspettando oltre 2 ore a bordo strada. Sembra di essere in Italia negli anni 70. In una vecchia Ritmo c'e' tutta la famiglia: guida lo zio, con a fianco il nonno. Dietro c'e' la nonna, mamma con bambino in braccio, papa' e io. Il viaggio in 7 e' una piccola tortura ma la colonna sonora e' surreale: ricchi e poveri mammamaria, Al Bano e Romina Power, Celentano e lui, l'idolo assouto: Toto Cutugno.
E' morto?
No, oddio, credo di no...
Ma quanti anni ha?
E che ne so? 60, 70... boh!
Ma non e' famosissimo in Italia?
E chi glielo spiega adesso che nesuno se lo fila piu' da noi?
Lasciatemi cantare, con la chitarra in mano...
Arriviamo ad Osh nel pomeriggio. La citta' e' stata teatro di violenti scontri nell'aprile e nel giugno scorsi. Saro' sincero: non ho mai visto niente del genere. Meta' della citta' e' praticamente distrutta. Case incendiate o a pezzi, scritte contro gli uzbeki sui muri, qua e la tende dell'alto commissariato dell'ONU per i rifugiati. Alle 7 di sera, col calar del sole, quasi tutto chiude e le strade diventano deserte. Io alloggio in una guesthouse di periferia dove ritrovo dopo appena due giorni Steve (il cinquantenne inglese) e uno dei due ciclisti americani di Seattle conosciuti a Samarkand chiacchierando di Cancellara e motorini vari nei telai delle biciclette.
Sabato mattina ho un volo che mi portera' in Cina, precisamente ad Urumqi. mi fara' saltare la prevista esplorazione di Kashgar e del deserto nel far west cinese, oltre che farmi fare un "salto" interrompendo la mia via della seta via terra.

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