La strada del Pamir



Murgab, Tajikistan (Pamir), Oct.5
Lasciare Dushambe e partire di nuovo e' stata una liberazione. Non
priva di inconvenienti pero': sembra davvero che la maledizione (o la
sfiga, fate voi) non abbia fine. Per raggiungere la provincia autonoma
del Gorno-Badakhshan (comunemente nota come Pamir) ci sono due
opzioni: un comodo aereo da 14 posti che in 3 ore sorvola le montagne
ed atterra a Khorog, tradizionale punto di partenza della Pamir
Highway oppure affrontare due giorni di buche e sterratoa bordo di un
fuoristrada. L'aereo vola solo in caso di perfette condizioni
climatiche, ed e' la nostra scelta.
Il team e' composto da:
Michael: australiano, 42 anni. Segni particolari: dice
"beauuuuuuutiful" almeno 197 volte al giorno, ha giocato a basket per
10 anni con Luc Longley (centro titolare della seconda tripletta di
titoli dei Chicago Bulls dell'era Michael jordan). Sembra serio
all'inizio, ma dopo 5 minuti si capisce che e' un super coglione.
Andrea: ceca di 35 anni, fiodanzata di Michael. Segni particolari:
alta 187 cm, appassionata di arrampicata sul ghiaccio. Vivono e
lavorano ad Ho Chi Min City in Vietnam, prima di partire per 4 mesi di
viaggio si sono rasati a zero i capelli e in Mongolia su un ghiacciaio
a 4000 metri lui le ha chiesto di sposarlo.
Erika: belga, 31 anni. Segni particolari: parla correttamente 7 lingue
e va almeno 15 volte al giorno al gabinetto.
Paolo: 25 anni, studente Cepu. Segni particolari: un coglione, lo
conoscete tutti.
Dopo un'ultima cena paradisiaca al ristorante ecuadoregno, la mattina
alle 6 ci presentiamo all'aeroporto: non ci sono posti disponibili, ma
attendendo qualche ora dovrebbe partire un altro aereo e noi siamo i
primi della lista. Perfeto! Puntatina al bar piu' costoso della citta'
per un vero espresso segafredo (il primo caffe' da quando ho lasciato
l'Italia) e una breve passeggiatina. Alle 11 la doccia fredda: il
secondo aereo non parte per mancanza di passeggeri. E allora di corsa
alla stazione degli autobus per cercare una 4x4 e via, verso 27 ore di
terrato e buche.
A parte l'inconveniente iniziale il viaggio e' stato assolutamente
clamoroso: la strada che da Khorog porta a Murgab segue per il 90% il
corso di tre fiumi che segnano il confine con l'Afghanistan.
Immaginate verdi vallate con splendidi paesini cosparsi di frutteti e
pascoli, incastonati tra le vette altissime dell'Hindukush, oltre 5000
metri ricoperte di neve. In 7 giorni di viaggio abbiamo visitato forti
sulla via della seta antichi quanto Roma, vagato per il mercato di
Iskashim nella NoMan'sLand con l'Afghanistan, tra Pashtun e
Badakhshani intenti a vendere le merci di entrambe le sponde del
fiume. Abbiamo fatto bagni in sorgenti termali calde e soggiornato in
homestays calorose nonostante la sera le temperature scendessero sotto
lo zero.
Oggi giorno di riposo per ricaricare le batterie. Domani sara' di
nuovo viaggio, sara' Kyrgyzstan, sara' Cina, sara' di nuovo vita.

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