Peru': poteva iniziare peggio?

Sentendomi un po' meglio decido di lasciare la Bolivia e una Copacabana flagellata dal maltempo dove addirittura nevica in paese durante la notte. I ripidi pendii della costa boliviana lasciano presto il posto agli alluvionati e piatti campi coltivati a quinoa e alle risaie della controparte peruviana.
I sobborghi di Puno, la piu' grande citta' sulle sponde del lago Titicaca, finiscono diritti in cima alla classifica dei posti piu' degradati che abbia visto in Sudamerica e contrastano palesemente con la plaza de armas e le due vie pedonali del centro: strade sporche inondate da liquame e umanita' varia in cerca di vendere quattro patate da una parte, pulizia e fighetteria varia dall'altra. E' questa la mia introduzione al Peru', decisamente meno poverta'  egualitaria della Bolivia, con ampi contrasti tra ricchi e poveri.

Ed eccoci all'origine (o concausa, in questi casi non si puo' essere mai sicuri al 100%) di quella che si rivelera' una delle serate peggiori della mia vita: a pranzo, galvanizzato dal sole che fa capolino sulla paizza, mi lancio a mangiare una ceviche, locale piatto di pesce crudo e cipolle marinati nel lime. Me ne pentiro'.
Al pomeriggio visito le vicine torri funerarie pre-inca di Sillustani con una coppia Avellino-milanese: Alfonso ha passato gli ultimi 6 mesi al seguito dei guaritori tradizionali peruviani nell'ambito dei suoi studi di antropologia. Qui vengo a contatto con un'altra differenza con la Bolivia: il turismo. Dai cugini poveri ho sperimentato si e no 3-4 richieste di elemosina in un mese e nessuno mai mi ha stressato per spingermi all'acquisto di souvenir: qui' invece, tutti i venditori ti assaltano e frotte di bambini ti chiedono una caramella o una monetina. Il Peru' e', con i suoi 4 milioni di visitatori all'anno, e' infatti il paese dell'America latina che assorbe il maggior numero di turisti.

Il pomeriggio e' freddo e di ritorno a Puno saluto di fretta la compagnia in preda ai crampi allo stomaco. Rieccoci. E' passato piu' di un anno dall'ultimo problema serio (a Luang Prabang, Laos) e dopo un mese in Bolivia mi ero illuso di passare indenne il Sudamerica. Un paio di visite al bagno e mi rifugio in camera, ma fa un freddo cane e inizia a piovere, cosi' decido per una minestra in un vicino ed accolgiente ristorante.
A meta' zuppa sento di nuovo il richiamo della foresta e, rientrato dal bagno, inizio a vederci doppio, sento formicolio alla breaccia e alle gambe e in pochi secondi perdo i sensi.
Attimi di beata tranquillita', il profumo dei fiori, il sole caldo sulla pelle, pedalando per i colli, su, fino a S.Vigilio...
Riprendo i sensi grazie ad un cameriere che mi mette sotto il naso una pezza imbevuta d'alcool e mi ritrovo per terra, in mezzo al ristorante, con tuta la gente intorno preoccupata. Ritrovo la sedia, bevo un the caldo metre riprendo un minimo di coscienza di cio' che mi accade intorno e pian piano realizzo... un odore inquietante... Non solo sono caduto senza sensi nel mezzo del ristorante ma nel frattempo me la sono fatta addosso... mi sento un miserabile.
Appena in grado di reggermi in piedi torno all'albergo sotto il diluvio universale, vado sotto la doccia e l'acqua calda non funziona... mi viene da piangere.
Non mangero' altro che crackers e riso in bianco per tutta la vita, giuro.

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