Arequipa e il Cañon del Colca


Nonostante non sia in grado di sostenere un lungo trasferimento in autobus, durante la notte realizzo che la convalescenza a Puno, 3800m slm, freddo, pioggia, albergo senza acqua calda e brutti ricordi nojn e' esattamente il massimo della vita.

Memore degli insegnamenti del buon vecchio Ippocrate, che credeva che rimuovere il malato dall'ambiente in cui aveva contratto la malattia fosse parte integrante della cura (o almeno cosi' mi sembra di ricordare) mi dirigo completamente a digiuno ad Arequipa, seconda citta' del Peru', 6 ore di bus, 1500 metri in meno di altitudine e un universo distante da Puno.

Arequipa mi riconcilia con il paese e si rivela una gran scelta per ricaricare le batterie. Il clima e' ideale, attorno ai 25 gradi, la citta' e' bella e pulita, quasi europea (non ci sono persone vestite con abiti tradizionali), posso farmi da mangiare da solo nella cucina dell'ostello con la spesa fata al moderno supermercato e godermi i Boston Celtics mazzolare gli Orlando Magic in Tv.
Non solo relax e pastasciutta pero': sentendomi subito meglio, mi butto dopo tanto tempo in un po' di cultura al museo santuario andino, tra mummie e sacrifici rituali Inca alla montagna, fino agli immensi tesori della cattedrale.

Mi taglio i capelli, faccio riparare i pantaloni scuciti , spedisco qualche cartolina e passeggio sotto il tiepido sole per le vie della citta', tra edifici bianchi oloniali (non dipinti come a Sucre, ma proprio mcostruiti con candida pietra lavica locale) all'ombra del vulcano Misti e delle imponenti vette innevate del Chachani e del Coronado.

Se Arequipa ha raddrizzato il mio rapporto col Peru', i giorni trascorsi al Cañon del Colca rischiano seriamente di farmene innamorare. Si torna in altitudine, a 3200m e il paesaggio e' da rimanere a bocca aperta. I pueblos sono letteralmente aggrappati con le unghie sul bordo del precipizio di questo che e' il 2o canyon piu' profondo del mondo (il primo e' sempre in Peru', poco distante.

Arrivandoci verso sera col maltempo, i campi, la strada, le persone e i muli sembrano sospesi tra le nuvole. La prima sera, complice un blackout generale, tutto sembra ancora piu' affascinante alla luce delle candele.
Piccola digressione per segnalare l'episodio con protagonisti due svizzeri che nella penombra scambiano per una persona nientepopodimeno che un lama di peluche, cercando di chiedergli informazioni e realizzando l'incomprensione dopo non meno di due minuti...

Trekking il primo giorno, dalla mia base di Cabanaconde giu', fino in fondo al cañon dove nella localita' di Sangalle, meglio conosciuta come l'oasi, ci sono piscine dove rilassarsi prim del rientro (il brutto del canyon e' che e' una montagna al contrario... prima scendi e poiu la sera devi farti tutta la faticaccia del risalire!).
Secondo giorno tra miradores dove volano i condor e piscine termali d'acqua calda. Sono tornato alla vita finalmente... appena in tempo: davanti a me ho la valle sacra di Cuzco e le fortezze inca, tra cui ovviamente anche l'iconica Macchu Picchu.

Hasta Luego!

Commenti

  1. Il "mio" Peru'! goditelo!
    Ehm...agli svizzeri il lama di peluche ha sputato piume?

    RispondiElimina

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