Vang Vieng - Domande.



Premessa: questo post sara' eccessivamente prolisso, chilometrico, ma toccando alcuni temi che mi sono cari mi sento di farlo,e mi scuso per l'eccessiva lungaggine. Se non siete interessati in casi umani al limite e seghe mentali del sottoscritto, passate oltre.

Arrivo a Vang Vieng, in un luminoso pomeriggio di febbraio, pieno di paure e di dubbi. Questo paradiso perduto, questo eden in riva al fiume con le montagne che gli fanno ombra come un gigantesco stegosauro, questo leggendario luogo di perdizione, una sodoma del nuovo millennio. Le mie paure sono quelle di trovare troppo casino, troppo sballo, troppa gente "giusta" in mezzo a cui sentirsi a disagio. E sopra tutto la domanda delle domande: PERCHE'? Perche' sapendo gia' quello a cui vado incontro, ci voglio venire comunque? C'e' qualcosa di valido qui'? Buttero' solo via il tempo?

Mi faccio coraggio e mi do 3 motivazioni per fermarmi qui:
-le raccomandazioni di alcune persone incontrate sulla via. che mi han detto che (nonostante gli sballati) Vang Vieng e' bella e vale la pena starci qualche giorno e darsi alle attivita' outdoor.
-la voglia di conoscenza questa volta incanalata in uno spirito da Piero Angela: voglio vedere, come in un documentario, questa strana e bizzarra specie (non credo sia considerabile razza umana al 100%), questo popolo dei "tubers" (che si chiamano anche "fullmoonpartyers" in altre localita' non troppo distanti...)
-la promessa fatta al Sani' di fare la cosiddetta "terronata col gommone", un elogio del comatoso che da casa sembrava un'attivita' esagerata, peccato che da quando ho visto la gente a Bangkok con le canotte "tubing-vangvieng" l'idea non mi stimoli piu' di tanto.

Ma andiamo con ordine. Arrivo a Vang Vieng e trovo, attorno alle 4 del pomeriggio, una citta' tranquillissima. Poca gente in giro, nessun rumore, solo qualche laotiano che dorme sull'amaca in attesa dei clienti per le guesthouse o gli alberghi. Strano, penso, ma senza pensare troppo raggiungo un ostello e prendo una camera. Esco, faccio due passi, e vado in direzione dell'isola proprio di fornte al paese. Ci sono 4 bar in riva al fiume, tranquilli tranquilli. Solo qualche farang (straniero) che dormicchia guardando il tramonto e fumando. Beh, meglio di quanto pensassi!
Mi colpisce la presenza di decine di agenzie viaggi che offrono bus diretti per Bangkok, le isole, Chiang Mai, Angkor Wat...

Questa, dicevamo, era la prima impressione. Mi basta una serata. Una. E senza entrare nemmeno nel vivo della nightlife, per capire che la solfa e' un'altra. La citta' e' tranquilla perche' tutti sono impegnati in attivita' sul fiume. Chi a fare Kayak o a esplorare cave (quello che faro' nella mia unica giornata qui, ed e' veramente molto bello), chi (come la maggior parte della gente) a fare tubing. Che "in teoria" e' solo la "terronata col gommone" (o "fare il melchiorre"), tradotto per chi non e' della compagnia, significa lasciarsi trasportare dal placido corso del fiume a bordo di una ciambella gonfiabile. In pratica, il tubing significa questo e... fermarsi ai bar lungo il fiume. Non sono semplicemente bar, sono un agglomerato di baracche di bambu' che sparano musica disco a palla, servendo secchielli di alcolici a prezzi stracciati e proponendo scivoli d'acqua, liane e carrucole che ti scaricano in acqua.
Ancora, questo non rende l'idea: dovreste vederli i "tubers". Sono allucinanti. Da dove saltano fuori questi?
La giornata passa da un bar all'altro, urlando e bevendo e ballando e tuffandosi in acqua, dipingendosi e mettendo in mostra il bicipite o la coscia. Ancora, mi rendo conto che la cosa possa sembrare in un certo senso "normale", ma se lo vedeste con i vostri occhi cambiereste opinione.
Provo a rendere meglio l'idea... come prendere una discoteca di Riccione, ma in pieno giorno, in uno dei paesi piu' tranquilli del mondo.
L'apice si raggiunge la sera, quando si vedono questi zombie camminare in costume da bagno, scalzi, per la citta', con lo sguardo stralunato, in cerca di una birra e di un party dove continuare fino a che reggono le forze.

Domande, dicevamo. Eccone alcune che mi sono venute in mente su Vang Vieng in generale, e sulla gente che gira da queste parti:

Perche' tutti quelli "giusti" hanno il tatuaggio? non credevo che fosse una cosa cosi' diffusa nel mondo... tutti!
Perche' tutti i ragazzi devono indossare un cappelo ridicolo?
E perche' bisogna dipingersi per forza il corpo con pennarelli fosforescenti?
Perche' in tutti i bar e ristoranti ci sono schermi che danno i Griffin e Friends?
Capisco il perche' degli "Happy shake" o "Happy Pizza" (corretti... ehm.. con maria o ... funghetti) ma che senso ha il "Ganja Garlic Bread"?!?!?!?!?
Perche' per qualunque cosa bisogna urlare "Uuuuuuuuuh", dal tuffo nel fiume al ballare, dal camminare fino al cagare sulla tazza?
E perche' tutte queste cose, dal tuffo nel fiume al ballare, dal camminare fino al cagare sulla tazza, si devono fare con la birra in mano?

Domande che rimarranno irrisolte. L'ultima sera, a cena faccio la conoscenza di una "tubers". E' esausta dopo 6 giorni di Vang Vieng e domani riparte. E' inglese, sta viaggiando in Asia come la chiama lei. E quando parte con l'elenco dei posti in cui ha viaggiato inizio a muovere spontaneamente le labbra, come il pupazzo del ventriloquo. So esattamente la lista dei luoghi che e' la stessa per tutti, tutti. Bangkok, isole, Chiang Mai, Angkor Wat, Luang Pranbang, Vang Vieng... Pero' prima non era in Asia, ha viaggiato anche in... la interrompo: Australia, vero? E come no?

Evviva la globalizzazione

Sabadii!

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