Terrore rosso



Arrivo a Phnom Penh, capitale della Cambogia, e mi accaso nella zona del lakeside, destinata a scomparire per merito di un gruppo di cinesi che ha acquistato l'intero lotto, sta asciugando il lago e ci costruira' una serie di appartamenti ed uffici di lusso. E' un peccato, perche' la zona, che inizialmente si presenta come una baraccopoli, nasconde in realta' una bella atmosfera rilassata, con piccoli ed economici ristoranti indiani o musulmani, bar e guesthouse per turisti squattrinati. Acquisto dopo una sfiancante contrattazione con un caparbio e simpatico venditore di dieci anni il libro "Cambodia, year zero" e mi faccio subito una cultura sulla insana rivoluzione culturale degli khmer rouge a cavallo tra il 75 e il 77. Una volta preso il potere, in meno di una settimana hanno evacuato ogni centro urbano del paese, spostando tutta la popolazione in massa nelle campagne per lavorare la terra. Non solo, hanno rivoluzionato le tradizioni, il linguaggio, i costumi centenari di un paese in un batter d;occhio. Una rivoluzione piu' radicale di quelle sovietica, vietnamita e cinese messe assieme. Qualcosa di disumano e assurdo, specialmente, come spesso accade, riguardo il trattamento riservato ai "nemici della rivoluzione". Qualunque opposizione, lamentela, semplice rifiuto di eseguire il piu' stupido degli ordini era considerato un crimine. Unica pena contemplata, l'esecuzione all'istante. Si calcola che in poco piu' di due anni di dittatura di Pol Pot sia stato assassinato o sia morto di stenti un terzo della popolazione. A testimonianza del terrore di quegli anni, in citta' e' rimasta ancora la prigione di Tuol Sleng, ex scuola utilizzata come centro di interrogatori e i "Killing fields", dove sono stati trucidati nel piu' crudele dei modi migliaia di persone, tra cui ovviamente anche donne e bambini. Interessante soprattutto con l'avvicinarsi del giorno della memoria(argomento a me caro da anni, quando mi beccai orgoglioso un bel 3 in un tema ottimamente scritto, accusando di inutilita' questa ricorrenza): mi immagino gia', come ogni anno, la parata ipocrita dei leader mondiali ad Auschwitz, con gli occhi lucidi e le mani sporche, a dire "perche' non succeda mai piu'". Sanno fin troppo bene che e' successo talmente tante volte, e succedera' ancora, con il loro appoggio incondizionato. Giusto per fare un esempio, i khmer rouge sono stati armati (strano) dagli USA e sono entrati, quando gia' tutto si sapeva dei loro "metodi" a far parte delle nazioni unite. Una barzelletta. Ma quello cambogiano e' solo uno dei casi, potremmo citare Ruanda, Cina, URRS, Iraq e tanti altri. Vergognosi.
A parte questo, le giornate a Phnom Penh scorrono tranquille e in particolare la sera mi intrattengo nella mia baraccopoli con il popolo di squattrinati che a breve, dovra' trovare nuova locazione...

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