Good morning Vietnam



Sono le cinque del mattino quando lascio la guesthouse a Phnom Penh. Il breve soggiorno in Cambogia si e' concluso esattamente come era cominciato (e come e' continuato, per tutti i 10 giorni) cioe' con l'ennesimo tentativo di fregarmi. Gia' la sera prima il simpatico gestore aveva cercato di farmi pagare il doppio del prezzo pattuito caricandomi un' ora in piu' di connessione ad internet e un kg in piu' di lavanderia: all'ultimo, cerca di calcolarmi una notte in piu'. Nonostante (escludendo il primo giorno, ovvio) non mi sia mai fatto fregare, questa attitudine alla truffarella mi ha dato fastidio, lasciandomi una brutta impressione della gente di qui e di conseguenza influenzando negativamente il giudizio sul paese.
Il Vietnam mi accoglie con i suoi colori e la sua vivacita', con i 5 milioni di motorini e i mercati di Saigon, o meglio, Ho Chi Min City, come e' il suo nome ufficiale. Mi sono imposto una breve permanenza per dedicare piu' tempo al vicino Laos, per cui mi limito a soli 2 giorni e alle principali attrattive della citta', legate alla guerra piu' filmata della storia. La visita ai tunnel di Cu Chi, un sistema ingegnoso di cunicoli strettissimi e di un vero proprio villaggio sotterraneo usato dai Vietcong per combattere gi americani, e' interessante, ma e' probabilmente il peggior sito storico che abbia mai visto: non mi piace proprio l'approccio in stile "disneyland", con tanto di battute e grasse risate mentre viene mostrato il funzionamento delle trappole anti-americane, foto ricordo su carrarmati distrutti e la possibilita' (disgustosa e agghiacciante) di mitragliare bersagli di paglia con dei veri Ak-47 e altre armi automatiche.
Per fortuna, il vero senso del conflitto (e non il film o il videogame) lo si puo' cogliere al museo della guerra, in centro a Saigon. Le esposizioni fotografiche (quella denominata "Requiem" e' anche un libro, che devo assolutamente comprare) sono impressionanti e crude opere d'arte e di cronaca.
Tornando ai giorni nostri, la citta' ora e' viva e vegeta, e' un brulicare di gente da tutte le parti (capirai, con 9 milioni di abitanti) e la sera e' coloratissima. Passo i giorni qui con l'inglese Vicky e,tra uno "street food" e l'altro, giochiamo a fare i finti ricchi concedendoci costosissimi cocktail sulla terrazza dell'Hotel Rex, mentre una jazz band fa da sottofondo musicale allo spettacolo dei milioni di motorini che sfrecciano sotto di noi nella notte di Saigon.

Commenti

Post più popolari