Montagna, montagna, e... vomito



Il percorso di un viaggio in Vietnam e' dettato dalla sua forma allungata: da Hanoi(a nord) a Saigon (sud) o viceversa, tutti i viaggiatori percorrono lo stesso tragitto che passa per la costa e le meravigliose spiaggie vietnamite. Io, un po' perche' sono "appena" stato al mare in Myanmar, un po' perche' il tempo qui' e' piu' freddo e piovoso che in Cambogia e Thailandia, decido di fare l'alternativo e di raggiungere il centro-nord del paese bypassando la costa, viaggiando attraverso le "central highlands". Per quanto venga considerata montagna (e superi i 2000 metri spesso e volentieri) non riesco proprio a considerarla tale e il paesaggio, ai miei occhi di bovaro della val brembana, ricorda piu' le colline toscane che non le aspre vette orobiche. Ma queste sono nonostante tutto le terre dei "montagnard", le tribu' di cacciatori e pastori, e complice il segno lasciato dal dominio coloniale francese, vi trovo una realta' ben diversa da Saigon e dal resto del sud-est che ho visto fin'ora. Certo, i motorini strombazzanti ci sono anche qui', ma i pascoli con le mucche (e la conseguente presenza di latte e formaggi sugli scaffali dei negozi), le panetterie con le baguettes, le fragole e i frutti di bosco al posto di banane e ananas, mi permettono di "staccare" dall'Asia e di trovarmi in un ambiente piu' "famigliare".
Per il resto i 5 giorni che passo a Dalat e dintorni trasorrono con mountain bike, camminate, niente di eccezionale da segnalare, se non un dei viaggi peggiori (Tajikistan escluso) che io ricordi: minibus da 18 posti, viene riempito all'inverosimile con 32 persone e relativi bagagli, taniche d'acqua, ceste di polli e un motorino (!!!). nonostante questo, il viaggio non sarebbe nemmeno troppo scomodo, ma il guidatore e' un novello Sebastian Loeb e si gutta sui tornanti come una furia. Tutti, e dico proprio tutti, i vietnamiti presenti (oltre a me c'e' anche un americano reduce dalla guerra e una coppia francese) vomitano l'anima dal primo all'ultimo dei 345 minuti di viaggio, regalandomi il piacere di un delizioso aroma per oltre 5 ore. Arrivato a Danang, dopo aver schivato l'ennesimo scam (anche qui in Vietnam, la tentazione di fottere il turista e' evidentemente troppo forte) mangio una zuppa che dopo poco mi fara' venire un mal di stomaco piuttosto serio durante l'ultimo tragitto di un paio d'ore fino a Hoi An. Mi appisolo per cercare di far passare il tempo e il dolore, e sogno di arrivare in un bell'albergo pulito, con camerate economiche, piscina, free internet, acqua calda, free cocktail per l'happy hour dalle 18.30 alle 19.30, un sogno cosi' realistico che sembra vero...

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