Macao, meravigliao

Dopo aver ritirato un nuovo visto cinese e aver salutato i compagni
degli ultimi giorni ho preso una motonave da Hong Kong a Macao. Da un
ex possedimento inglese ad uno portoghese, e appena arrivato mi
commuovo di fronte al sistema stradale che, per la prima volta da
quando sono partito, concede la precedenza ai pedoni. La citta' si
puo' dividere in due parti distinte: penisola e isole, o meglio, la
zona "storica" a nord della penisola e la "Las Vegas d'oriente" a sud
e sulle isole. I realta', in quanto ai proventi dal gioco d'azzardo,
Macao ha gia' da tempo superato la rivale americana e ogni giorno, i
traghetti da HK e i bus dal Guandong sono pieni di cinesi diretti ai
tavoli verdi. Io, piu' che per tentare la fortuna ai vari Mgm, Wyatt e
Venice, sono qui' per la citta' vecchia, un mix affascinante di stile
coloniale europeo e cinese. Cartelli bilingua portoghese-cantonese,
case decadenti ma colorate, chiese gesuite in stile barocco, palme e
scorci alla Salvador de Bahia o Rio de Janeiro. Tutto questo e' Macao.
Anche il mio alloggio merita una menzione particolare: Auguster Lodge.
Il nome altisonante nasconde in realta' un piccolissimo appartamento
con una camerata da 8, bagno e minicucina che fa anche da lavanderia.
Gestito dal bengalese Richard (che mi tritura i cosiddetti giorno e
notte con "quanto era bella la disco music italiana anni 80" e mi
costringe a scoprire "Italo" e "Montekristo", ho i brividi al solo
ripensarci!) e dalla filippina Beatrice, il locale dispone di internet
e caffe'/the a volonta' per gli ospiti ma... e' full booked! Mi viene
offerta allora la "luxury option"... dormire su una brandina nella
reception (in realta' l'anticamera) pagando la meta': accetto!
Con i soldi risparmiati mi lancio lla scoperta dei sapori portoghesi
d'oltremare in uno dei ristoranti piu' conosciuti della citta, con un
enorme piatto di riso al baccala', cipolle e mais innaffiato da una
birra Macau, che si guadagna di diritto il primato di birra migliore
provata fin'ora in Asia.
Adeus!