Ritornare


Tutte le persone che ho conosciuto, tutti i volti che mi hanno sorriso, le esperienze condivise, i tramonti, le gambe che mi hanno abbracciato, i chilometri, la polvere, il mare, tutte le onde, le rughe delle vecchie, le lacrime, la solitudine, tutte le fotografie, i ricordi, le emozioni. Come dare un senso a tutto questo?

Sono a Bogota a scrivere queste righe, dalla terrazza per godermi l'ultimo tramonto. Non importa quanto ci provi, non riesco a fare stare tutto dentro.

Sono gli ultimi istanti. Da qui in poi tutto e' veloce, sterile, mi passa davanti agli occhi come in un film in cui io non sono il protaonista. Il mancato concerto di Santiago Cruz, il superbus fino a Cali, le canne da zucchero, i controlli antidroga all'aeroporto, lo scalo a Madrid e l'atterraggio ad Orio al Serio. La strada verso case e poi un respiro profondo prima di suonare il campanello. Il cancello si apre. Faccio un passo, lo richiudo dietro di me. Il cerchio attorno al mondo e' chiuso.

697 giorni, una cinquantina di ore di volo (mio rimorso piu' grande) e oltre 52000 km overland, attraverso 27 paesi con 35 passaggi di confine.

Ora c'e' un matrimonio a cui presenziare, vecchi amici da riabbracciare, parenti a cui tentare di raccontare le emozioni e alcuni compagni viaggiatori, a partire dal mitico Pablo, da ospitare a casa per qualche giorno.

Ma questa, e' un'altra storia.

Quella dei miei due anni di vagabondaggio intorno al mondo, finisce qui.

Commenti

  1. ed ora? ... hai il mio rispetto e la mia ammirazione fratello...

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