Patagonia Express



Lasciandosi Buenos Aires alle spalle, per qualche ora non si vedono altro che allevamenti bovini fino a quando si raggiunge la costa atlantica e le grandi citta´ ¨Rimini style", Mar del Plata e Bahia Blanca. Da li' in poi, e´ Patagonia, e cio´ significa: nulla piu´ totale. Una distesa piatta senza fine di cespugli bassi ed erba ingiallita, non un albero che sia uno, solo una lunga striscia d' asfalto battuta dai venti e gli occasionali santarini alla Difunta Correa (una donna-mito che attraverso´ il deserto morendo di sete lasciando tutta la sua acqua al figlio che sopravvisse) pieni di bottigie d' acqua e a Gauchito Gil (una specie di Robin Hood argentino) adornati con decine e decine di drappi rossi. Ogni 500-600km c´e´ una citta´. Io mi fermo a Puerto Madryn, localita´ famosa per le numerose colonie di animali marini della vicina costa.

Avendo gia´ potuto ammirare da vicino delfini, pinguini e foche in Nuova Zelanda, posso permettermi di evitare i costosissimi tour alla penisola Valdes e a Punta Tumbo, andando a vedere da vicinissimo (non piu' di un metro di distanza) gli assonnati elefani marini a Punta Ninfas. L' ostello in cui alloggio (La Tosca) e´pulito, ha un tranquillo giradino dove leggere all´ombra e serve una colazione a base di crostata resca fatta in casa. Qui'  incontro, sorpresa, sorpresa, non una bensi' due italiane, da Olbia e Ravenna rispettivamente. Inizio ad abituarmi troppo bene a parlare la mia lingua cosi'  spesso...

Tre giorni qui' e poi via di nuovo sulla Ruta Nacional  Numero 3, ed e´ di nuovo nulla piu´ totale per qualcosa come 16 ore di autobus, fa eccezione l'avvistamento saltuario di qualche volpe o guanacos. Al tramonto mi viene non so da dove una riflessione profondissima sul ¨Ring of Gullion¨ che condividero' con voi a tempo debito. I bus in Argentina sono cari ma comodissimi, con spesso film e servizio ristorante incluso, per cui non sono mai troppo pesanti e, fresco e riposato (si fa per dire), arrivo ai remoti avamposti di Rio Gallegos prima e Rio Turbio poi. Proprio questa sara´ la localita´ piu´ a sud mai raggiunta e manterra´ questo record per un bel po'. Non scendo in Tierra del Fuego infatti, ma mi dirigo a ovest verso il confine cileno, dove poco dopo aver visto mettere un timbro sul mio passaporto per la 25esima volta in questo lungo viaggio, scorgo le prime viste delle ande del sud. Destinazione finale, Puerto Natales, base per il mio primo vero trekking nel parco nazionale del Torres del Paine.

Hasta Luego!

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