Casa Italia



Non sono certo partito da casa un anno e mezzo fa aspettandomi di parlare italiano, ormai l'inglese ¨kiwi¨mi e´entrato dentro ed e´ familiare quanto il dialetto bergamasco, ma devo ammettere che mi ha fatto un enorme piacere nell'ultima settimana parlare la mia madrelingua, in particolare con persone cosi' speciali. Non contento, ho continuato l'operazione nostalgia con alcune prelibatezze nostrane del calibro di panettone e polenta.

Ritorno in Argentina dopo un paio di giorni a recuperare dalle fatiche della settimana passata. Da ora in poi la mia bussola puntera' sempre e solo nord. Il ritorno nel paese del sole che sorride e' un passaggio obbligato, poiche' in Chile a nord di Puerto Natales la strada finisce e l'unico modo di coprire i 600km verso Puerto Mont e' a bordo di una nave crociera.
La cittadina di El Calafate prende il nome da un frutto simile al mirtillo che gia' avevo provato (non senza un timore latente di avvelenamento stile ¨Into the wild¨) durante la mia escursione al Torres del Paine e che qui viene utilizzato per produrre liquori e marmellate. Alla stazione degli autobus conosco Paolo e Rossella, due bresciani che hanno vissuto gli ultimi due anni in Australia, e con loro condivido discorsi proletari e sovversivi e la visita al ghiacciaio piu' famoso del mondo, l'impressionante Perito Moreno (in foto di copertina di ¨Life in slow motion¨ di David Gray). Unico nel suo genere ad essere considerato stabile e non in fase di recesso, e' un mare di ghiaccio che si estende fin dove arriva lo sguardo ed avanza in media di 2 metri al giorno per poi rompersi in continuazione: lo spettacolo di blocchi di ghiaccio enormi che si staccano dal fronte del ghiacciaio per tuffarsi nel lago antistante e' indescrivibile, specialmente perche' accade REGOLARMENTE quando hai appena spento e messo via la macchina fotografica...

Con i piedi ancora in condizioni pietose arrivo nella capitale del trekking argentino, la remota El Chalten, costruita negli anni 80 per far valere il dominio territoriale contro il vicino cileno che oggi non e' altro che una base per i turisti che accorrono qui per le facili e spettacolari camminate nella zona.
All'ostello ¨Glaciar Marconi¨, ad ogni soffio del vento si materializzano italiani: la coppia trentino-marchigiana Lisa-Andrea (che mi confida dopo nemmeno 5 minuti di essere in crisi d'astinenza da maria), la ferrarese Jasmina e il trio veronese Francesco (per gli amici: Gesu'), Beatrice e Giovanna (+ la mascotte del gruppo, il pollo di gomma ¨Paul¨).
Tra fasciature e cerotti faccio in modo di rendere il dolore ai piedi sopportabile e mi godo due escursioni in giornata, al Cerro Torre e alla spettacolare Laguna de los Tres, alla base del celebri torri di granito del Fitz Roy. Pur mancando dell'avventura e degli scenari selvaggi del Torres del Paine, questo sentiero da 5-6 ore andata e ritorno merita un posto d'onore tra le camminate piu' belle che abbia mai fatto.
A coronamento di una giornata fantastica, a cena cuciniamo cotechino, lenticchie e polenta. Commosso profondamente, ne mangio circa 10 kg.

Viaggiando con Bea, Gio´, Gesu' e il pollo di gomma, seguiranno un paio di giorni di vagabondaggio tra la mistica citta' di Bajo Caracoles (una localita' alla Ring of Gullion), l'illusione di poter vedere la Cuevas de los manos, l'inquietante crocevia di Perito Moreno e finalmente Esquel, porta d'ingresso del Lake district, dove saluto la Patagonia e i miei cari compagni di viaggio.

Arrivederci, amici miei

Hasta luego!

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