Rotorua: la terra e' viva!



L'ultima notte a Tauranga e' stata veramente "wild": in compagnia di qualche ragazzo dell'ostello e colleghi di lavoro, ho ingurgitato un quantitativo d'alcool che a casa mi avrebbe fatto barcollare, qui' dopo mesi di semi-astemita' mi ha steso del tutto. I ricordi, dalla cena con gli indiani e giapponesi al pub con dirty dancing incorporato, si perdono nella notte. Il pomeriggio seguente, dopo una breve cerimonia d'addio, imbarco Aurelien sul van e partiamo tra le verdi colline per il breve viaggio verso Rotorua. Scaricato il simpatico belga (uno di quelli che hanno fatto tutta la stagione con me a Tauranga) al suo ostello, mi dirigo sul lungolago, che sara' la mia base per i giorni successivi (campeggio selvaggio con il van).

Sara' anche perche' non sono piu' abituato alla scoperta continua che mi potevo gustare giorno dopo giorno in viaggio, ma Rotorua mi ha folgorato ed e' davvero uno dei posti piu' intriganti e sorprendenti che abbia mai visto. L'intera citta' si trova sulle sponde del lago omonimo, un cratere di vulcano spento oltre un milione di anni fa. L'intera area e' in continua attivita' sismica, si trova a cavallo di una faglia secondo gli scienziati e sopra la dimora dello spirito del fuoco secondo i maori.
Piscine di fango ribollente, calderoni e sorgenti di acqua calda non si trovano solo qui, e' chiaro, ma questo e' l'unico posto al mondo dove si trovano nel mezzo della citta'! nei vari parchi infatti, si intravedono le fumate bianche o grigie e per tutta l'area si percepisce odore di zolfo (ricorda quello di uova).

Visito il villaggio maori di Whakarewarewa, un villaggio "termale" e "geotermico". Qui da secoli il popolo di Te Arawa vive sfruttando il potere geotermico di questa terra. Il riscaldamento e' naturale (la terra e' calda a 25-30 gradi) e non c'e' bisogno di accendere fuochi per cucinare, visto che le piscine raggiungono temperature di oltre 100 gradi permettendo di cuocere patate, mais e carne in pochi minuti. In paese esistono ovviamente anche sistemi per alimentare di acqua calda termale le vasche per lavarsi e per sterilizzare i panni, oltre che sistemi per sfruttare il vapore e i geyser per muovere i mulini.

Un'altra attrazione della zona e' il villaggio sepolto di Te Wairoa, due secoli fa la principale attrazione turistica dell'intero emisfero sud, che attirava visitatori dall'Europa e dall'America. Il villaggio era infatti il punto di partenza per ammirare l'ottava meraviglia del mondo (e va beh, ce ne sono centinaia in giro per il mondo di posti che si autoproclamano cosi') ovvero le terrazze rosa e bianche di Tearawera. Una successione di piscine a terrazza bianche e rosa con acqa calda e scenario magnifico. Una notte pero', i tre vulcani di Tearawera sono esplosi (scosse sismiche percepite in tutta la nazione, una delle eruzioni piu' tremende della storia Neozelandese), seppellendo le terrazze, il villaggio e cambiando totalmente la geografia dell'area.

Per finire, non mi aspettavo certo di imparare qualcosa di nuovo sulla seconda guerra mondiale qui' in nuova Zelanda. E' al museo di Rotorua che apprendo la storia del Battaglione Maori n.28, un corpo di soli volontari che si sono arruolati nel 1940 per combattere in Europa a fianco degli Alleati. Dalla Grecia a Creta, Da El-Alamein fino a Cassino, questo gruppo di soldati si e' affermato come un corpo d'elite per le operazioni notturne. Commoventi le testimonianze dei sopravvissuti che per un ideale a 16-17 anni hanno lasciato le loro famiglie in questo paradiso "sicuro" per andare dall'altra parte del mondo a combattere nell'inferno del deserto e nella "liberazione d'Italia" a fianco degli americani.

Haere ra

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