Il tempo delle mele: ricominciare da zero a Napier


Nei giorni successivi alla camminata al Tongariro incontrero' in maniera del tutto casuale una mezza dozzina di volte la compagnia dell'anello in posti diversi. Teek Wee alla fine finira' per diventare mio nuovo collega...
La prima impressione di Napier non e' il massimo. La citta', che ha un centro obbiettivamente molto particolare (sembra di essere in america negli anni 30) mi sembra molto sciupata e non e' nemmeno lontanamente paragonabile alla scintillante e viva Tauranga. Le case sono piu' vecchie, le strade piu' trasandate, in giro c'e' poco o nulla. L'atmosfera e' da "Rimini a dicembre" e il tempaccio certo non aiuta. Piove per i primi tre giorni ininterrottamente, l'unica possibilita' di lavoro sembra essere la drammatica potatura invernale in vigna e nonostante ritrovi i volti conosciuti di Makoto, Pablo e Adrien mi viene seriamente voglia di lasciar perdere e di andare altrove. Il lunedi' pero', come per miracolo, torna il sole e trovo lavoro. Packhouse, di nuovo. Questa volta solo per una settimana e non piu' kiwi ma mele. La dinamica e' un attimino differente, ma piu' noiosa e ripetitiva. In ogni caso, visto a quello che mi ero abituato, lavorare 9-10 ore di giorno mi sembra quasi uno scherzo.
Al termine della settimana lavorativa cerchero' un'alternativa all'unto e bisunto ostello Aqualodge, bello per l'atmosfera e le persone che ci abitano, ma la mancanza di pulizia, il costo, e il fatto di dover dividere una cocina piccolissima con 17 persone mi piacciono il giusto...


See ya!

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