L'Iran che non ti aspetti


In maniera totalmente casuale scopro che la francese Lara, che avevo incontrato ad Urumqi, Cina, nientepopodimeno che 5 anni fa e' in Iran e diretta proprio ad Esfahan. Con lei, Oscar e Jasmin ci addentriamo quindi nel deserto, prima tappa, la remota cittadina di Khoor. Qui abbiamo appuntamento con Rohab, e seppure con tutte le contraddizioni del caso, sara' l'inizio di una serie di scoperte interessanti.

Il ragazzo, figlio di un ex-generale della rivoluzione di Khomeini, si autoproclama "Il re del deserto" e, oltre ad una davvero blanda attivita' come "guida" (vedi in seguito) si diletta nell'organizzazione di rave party nel deserto. Proprio cosi'. Nella repubblica islamica centinaia di persone si recano in questo remoto angolo del paese ogni weekend (giovedi' e venerdi'), prendono uno shuttle 4x4 e si recano in qualche parte nel vasto deserto dove casse potentissime, musica elettronica, alcool, maria e tutta la liberta' che vogliono li aspetta. La storia acquista i toni di avventura quando ci racconta della sua condanna in primo grado a 22 anni e 60 frustate per la sua apparizione in un documentario di France 2. I simpatici giornalisti francesi tagliano tutto il tagliabile della sua intervista (in cui oltre a denunciare l'assenza di liberta' per i giovani iraniani decantava alcune cose positive del costume e delle leggi del suo paese) lasciando solo la parte in cui dichiara che "la religione e' come il pene: e' buona cosa averne uno, ma non si va in giro ad ostentarlo di fronte a tutti". Conseguenza: offesa alla religione e processo. Ora e' in attesa di secondo e terzo grado, con un salvagente per scappare in turchia se le cose dovessero mettersi male. Il deserto intorno a Mesr e' molto bello, con dune di sabbia e oasi, ma la casa in cui Rohab ci ospita per 25 euro al giorno e' in pratica un cantiere, lui si sveglia alle 11 di mattina per prepararci la colazione a base di pane raffermo e datteri infestati dalle mosche e per finire ci sazia con un pranzo di minestra annacquata. Pero' in compenso ci offre tutto il fumo e l'alcool che vogliamo. no, grazie di tutto, ma non mi sembra proprio il caso.

A Toudeshk stiamo in una homestay con persone magnifiche, e rileggendo il post sul blog della "giornalista" Innocenzi sull'Iran (http://giuliainnocenzi.blogspot.com/2015/08/due-donne-sole-in-iran-quello-che-gli.html), riconosco proprio la sala da pranzo della guesthouse in una delle foto e nella descrizione della figlia 14enne costretta a mangiare in una stanza separata. Assurdo. Non e' vero niente. La famiglia che la gestisce e' fantastica, sono tutti stra ospitali e mangiamo tutti insieme colazione, pranzo e cena. I figli (tra cui la famosa 14 enne) vanno a scuola in istituti di prestigio con insegnanti inglesi e non sono assolutamente ne segregati ne sfruttati. E' solo la prima delle "prove" che la Innocenzi ha scritto un articolo, se non totalmente falso, sicuramente prevenuto e superficiale.

A Yazd trovo la citta' dei sogni: un labirinto di strette stradine tra case fatte di paglia e fango, una forseta di badgirs (le torri del vento per rinfrescare le case), cupole e minareti. E' il top. Ci arriviamo proprio alla vigilia della fine dei 40 giorni di lutto per la morte dell'Imam Hossein, celebrata ogni anno. Potenti canti e uomini che si battono il petto al limite della frattura intercostale, tutti vestiti di nero, moschea e strade limitrofe piene zeppe, ma anche tanta convivialita', the e cibo distribuito gratis, gente che, come sempre, vuole renderci partecipe del momento e della loro vita. In una mattina vengo approcciato da non meno di 10 persone desiderose di spiegarmi cosa sta succedendo, la storia di Hossein o anche solo per dirmi che l'Atalanta e' una squadra di merda e la Juve e' piu' forte. La sera, nella nostra casa tradizionale, l'ennesima smentita al dipinto fatto dalla innocenzi di un Iran posto da incubo perle donne. Un gruppo numeroso di donne di differenti eta' in citta' per una 3 giorni tra compagne di quartiere (mariti a casa, please) che gia' nei giorni precedenti mi aveva ingozzato a colazione con dolcetti vari, si lancia nella piu' spassosa festa di compleanno che avessi potuto immaginare. Luci da discoteca, torta da milioni di calorie, balli e canti, tutto rigorosamente senza velo. Mi costringono a suonare un paio di canzoni (l'alternative erano ballare con loro o venire cacciato a forza dall'albergo :P ) e passiamo in generale una serata fantastica che non dimentichero' mai. Oscar, stretto in una danza del venre tra 2 ragazze 30enni e una signora di 55 sembra pensarla allo stesso modo, cosi' come Jasmin, intenta a insegnare l'ukulele a due signore sulla 60ina. 

Prendete i vostri pregiudizi sull'Iran e buttateli nel cestino apposito ma non nel cesso. Le tubature potrebbero intasarsi

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