Finale col botto



Il vecchio scorbutico che mi accoglie a Bam la sera tardi si trasforma in un simpatico sessantenne con un accento da nero dell'Alabama, e oltre a interessanti conversazioni e passaggi nella vecchia carretta che chiama automobile, mi regala una grande emozione mostrandomi due pagine del suo guestbook firmate da Giorgio Bettinelli (mitico viaggiatore italiano in Vespa e autore di diversi libri sulle sue vespate planetarie).

Le 18 ore di autobus divise con i pellegrini mi portano poi a Mashad. Ancora non lo so, ma sarei stato nella grande città (la seconda dopo Tehran) proprio in concomitanza con le celebrazioni per il martirio dell'Imam Reza, unico dei 12 santi sciiti ad essere sepolto in Iran.
Trovo alloggio in una guesthouse semplice semplice, e la stanza che Mr.Vali mette a disposizione dei suoi ospiti (quasi tutti giapponesi, chissà per quale motivo) è sporca e disordinata ma in qualche modo magica, con tappeti Turkmeni e Persiani ovunque, per terra e sulle pareti. Ryo suona la chitarra da dio e l'atmosfera è talmente rilassata che l'iniziale sconcerto nella scoperta di non avere NESSUN mezzo di trasporto disponibile per i successivi 3 giorni (2 milioni e mezzo di pellegrini a Mashad) si dissolve presto tra le note del suo fingerpicking e le camminate al tramonto al sacro mausoleo, uno dei luoghi più belli e impressionanti che abbia mai visto.

Una successione di cortili e moschee, minareti e cupole: è una magica città nella città, in continua espansione, e una meraviglia per gli occhi e per lo spirito. Le celebrazioni, fuori, sono pazzesche. Milioni di persone vestite di nero che cantano, fanno casino, percussioni enormi, urla, fontane che sprizzano getti di sangue (simbolico), strani aggeggi con piume da carnevale di Rio, gente che si fustiga per l'intera giornata. Delirio.

Gli ultimi 2 giorni sarebbero di ordinaria amministrazione con il ritorno a Tehran e la visita alla ex-ambasciata USA, non fosse per Ahmad e Mozhgan che mi accolgono di nuovo nella loro casa vicino a Damavand e tra i mille the e piatti tipici cucinati con maestria, ripercorriamo l'ultimo mese e condividiamo sogni e speranze per il futuro.

Il mese in Iran è letteralmente volato, così come i due precedenti tra Turchia, Georgia, Armenia e Azerbaijan. Uno dei viaggi più belli, completi, intensi della mia vita. Una zona del pianeta ancora relativamente poco esplorata eppure così vicina, con tantissima storia, geopolitica, paesaggi fantastici, cibo a volontà, vini, the, dolci inaspettati, e persone. Non so se esista un altro luogo della terra in cui il contatto umano è di per se l'attrazione turistica. Ovunque i ricordi più intensi sono legati alle persone: nel Caucaso e in Iran ancora di più.

Ritorno a casa per le festività, poi, una nuova avventura. Stay tuned

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