Il barbiere di Shiraz



La citta'di Shiraz nel centro-sud del paese e' la successiva tappa naturale di ogni viaggio in Iran dopo Yazd. Famosa per essere "la citta' dei poeti" e' anche il punto di partenza per forse l'attrazione n.1 dell'intero paese, le rovine di Persepolis.

Come al solito Jasmin viene contattata da centinaia di couchsurfers e questa volta la scelta cade sul timido Mehdi, vent'enne studente di belle speranze che ci mette 5 minuti a perdere la testa per la bionda. Con lui ci rechiamo al famoso mausoleo di Hafez, il poeta per ecellenza da queste parti, e veniamo introdotti alla pratica della "lettura divinatoria random di poesie" (nome creato da me perche' non mi ricordo l'equivalente iraniano). In pratica ogni visitatore del parco-mausoleo di Hafez si porta dietro la raccolta delle sue poesie, pensa a un problema che ha nella vita, apre a caso il libro e legge quello che il poeta gli consiglia. A meta' tra l'oroscopo e una forma ancestrale di Wanna Marchi, questa attivita' e' molto in voga, tanto che le nuove generazioni (Mehdi incluso) hanno una app dedicata sul loro Ipad. Approfittiamo della disponibilita' del ragazzo per parlare anche di alcune curiosita' tutte iraniane, come la quantita' abnorme di interventi di chirurgia plastica:"quante persone conoscete in Europa che hanno avuto un'operazione?" la nostre risposte variano dallo 0 all' 1-2 persone massimo. Quando ribaltiamo la domanda, Mehdi ci confida che, tanto per cominciare, lui ha il naso rifatto, e poi piu' o meno il 60% dei suoi compagni-compagne di universita' un ritocchino l'ha gia' portato a termine. Come se fosse la cosa piu' normale del mondo. L'amore e' cieco in ogni caso, e poco dopo aver disprezzato le ragazze iraniane che hanno bisogno di aggiustare il naso per essere belle perche' l'originale e' aquilino ed enorme, si lancia in elogi sulla bellezza naturale di Jasmin, non notando che la teurtonica possiede una canappia da antologia.

Visito Persepolis e le vicine necropolis dei re di Persia, tutto incredibile e che merica l'enorme afflusso di turisti che solo qui in Iran si nota, occupo 3 ORE per un taglio di capelli da uno dei famosi barbieri Iraniani (cura maniacale di ogni pelo, bestiale) e dopo un paio di giorni e' il momento di dire addio a Oscar e Jasmin, diretti a sud verso l'isola di Hermoz. Io, dopo complicati calcoli ed equazioni comprendenti condizioni meteo, ore di autobus e la presenza di una brasiliana decido di tornare alla mia amata Yazd per un paio di giorni, trovandola da una parte sempre affascinante, dall'altra freddissima. Il tempo e' cambiato in un weekend in maniera drastica in tutto il paese e l'inverno prende il posto del tiepido autunno. Mi sposto poi a Kerman nell'est de paese. E' in qualche modo una citta' di frontiera, e l'ultima in cui c'e' una grande presenza di Persiani. A oriente di qui la maggiornanza della popolazione e' Baluchi, pakistani del sud. La citta' si "percepisce" diversa dalle altre: piu' sporca, disordinata, caotica. Ma la cosa che mi impressiona di piu' al mio arrivo e' che tutti indossano una mascherina. Vengo a scoprire che nei giorni precedenti almeno una 20ina di persone hanno tirato le cuoia a causa di un virus influenzale. Ottimo. Mi unisco ad un simpatico spagnolo per un tour delle vicine cittadine nel deserto, tra palme da datteri e cammelli sputacchiosi, e finisco una tarda sera in una guesthouse nella cittadina di Bam, a pochi km dal confine pakistano.

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