Sopra tutto, la pioggia


Il maltempo che mi ha accompagnato per gran parte del soggiorno in Georgia non mi da tregua neppure nella prima settimana in Armenia.

Piove sul taxi condiviso che ho preso con dei ragazzi francesi, un tizio armeno e una coppia sulla sessantina italiana (che si sono fatti spennare 100euro per una tratta che ne costava si e no una decina). Arrivati a Yerevan, citta' sovietica ma molto molto attiva e dinamica, con centinaia di bar cafe' e ristoranti sempre pieni di gente, mi trovo a mio agio nonostante la pioggia e decido di restare qui per qualche giorno.

Piove sul tempio greco di Garni e sul monastero nella gola di Geghard. Piove sul "vaticano Armeno" Echmiadzin, con le sue chiese e le reliquie (per chi ci crede) come scheggie dell'Arca di noe' o della croce, la lancia che perforo' Gesu' per vedere se era vivo o meno, e ossicini vari di santi, poeti e navigatori.
Sul memoriale del genocidio, e sul tetto del bunker adibito a museo. Tra una visita e l'altra inizio (stranamente) ad abbuffarmi di prelibatezze locali.

La cucina, cosi' come la musica, inizia a perdere molto dell'europeita' Georgiana e vira decisamente su una dimensione piu' mediorentale. Lavash, tabule', aglio a secchiate e tante verdure e noci. Il vino georgiano lascia spazio all'ubiqua vodka fatta in casa e non, aromatizzata ai frutti piu' disparati.
Quando incontro Ed&Emma sono in procinto di lasciare Yerevan per recarmi a sud, e... coincidenza la coppia inglese che sta guidando da Londra a Baku va proprio nella stessa direzione...


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