Armenia on the road


La mattina della partenza da Yerevan mi ha dato l'illusione che il maltempo fosse ormai alle spalle. Il sole tiepido inizia a scomparire dietro le nuvole pochi km fuori citta' ed e ormai un lontano ricordo quando la Ford Fiesta di Ed inizia i tornanti che portano ad uno dei numerosi passi di giornata. La strada e' tortuosa e sale e scende senza sosta per 4 ore tra colline e montagne brulle, erba essicata dal sole estivo e alberi ormai privi di foglie, villaggi e venditori di mele a bordo strada. Lo scenario e' imponente, ma le nuvole si fanno sempre piu' minacciose fino ad avvolgere tutto al nostro arrivo a Goris. La cittadina e' molto particolare perche' gli edifici sono tutti in pietra e le strade sono ampie e alberate. Su un lato del fiume ce la vecchia Goris, con case scavate nella pietra carsica simile allo scenario della Cappadocia, mentre sull'altro nella citta' "nuova" c'e' la signora Larissa che (nonostante un occho malconcio per via di una beccata di gallina) ci prepara the e dolcetti, cena a base di pesce e verdure, colazione e stanza per dormire per 6 euro a testa.

Il mattino seguente e ancora peggiore come tempo e con i primi fiocchi di neve saluto Ed e Emma sulla via del rutorno per Yerevan e mi avvio ad est. Per motivi di continuita' narrativa e non ultimo di sicurezza personale, lascio i 3 giorni successivi per un altro post. Vi basti sapere che al momento del mio ritorno a Goris il sole la fa da padrone, e se la citta sembra ancora piu' bella, il breve tragitto verso Tatev e mozzafiato. Leggere un libro seduto in un prato con vista sul monastero al tramonto, con il canyon e la vallata che si apre di fronte, e uno di quei momenti magici che da solo varrebbe l'intero viaggio. Anna, nata a Tatev ma che ha studiato a Perugia e gestisce caffe'-ufficio informazion-guesthouse e l'incontro con Particia e Oscar, argentini che viaggiano da anni in bicicletta con tanto di chitarra e violoncello (?!?!?) non fanno altro che aggiungere carne al fuoco. (date un'occhiata al loro blog in spagnolo http://unavueltitaenbici.blogspot.com )

Il rientro a Yerevan mi regala altri giorni di inaspettato bel tempo e cosi' posso godere finalmente delle maestose vedute sul monte Ararat, a poco distanza oltre il confine turco. La bellissima cascat, in pratica un museo di classe mondiale a cielo aperto, i caffe', l'opera, tutto cio' che gia' mi piaceva con la pioggia mi sembra ancora meglio con il sole. Armenia... fateci un pensiero per la vostra prossima vacanza

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