Chi era Joseph Jughashvili?


Se il nome non vi dice niente, il baffone nella fotografia dovrebbe. Prima di diventare "l'uomo d'acciaio", Stalin era un ambizioso ragazzo georgiano. Uno degli uomini piu' odiati e temuti del secolo scorso, responsabile in prima persona o quasi di milioni di morti tramite carestie (procurate da sue scelte scellerate), campi di lavoro forzati ed esecuzioni varie, naque a Gori, a una settantina di km da Tbilisi in una stanza piccolissima che il padre aveva affittato sopra la minuscola bottega di artigiano in cui lavorava.

La casa originale e' ora conservata in una teca protettiva e poco distante si erge il museo a lui dedicato, un tempo propagandistico, ora ben piu' terra terra e realistico. Visita interessante di una mezza giornata da Tbilisi, comprende anche il vagone blindato a bordo di cui Stalin (che aveva paura di volare) si spostava ovunque, conferenze internazionali comprese. La citta', a parte qualche viuzza restaurata del centro storico e' il solito orrendo agglomerato di viali e palazzoni sovietici che ormai conosco bene.

Tutto fa brodo in ogni caso nella mia situazione, visto che sto attendendo da giorni che l'ambasciate dell'Azerbaijan si dia una mossa. Il tempo atmosferico non collabora, e giornate che sarebbero noiose di per se diventano interminabili sotto al pioggia battende e il freddo che inizia a farsi sentire. Le cose positive di questi giorni sono: un megaconcerto in piazza per salvare un canale tv dalle mani lunghe del governo con tanto di finale pirotecnico e stelle della musica georgiana che sfilano sul palco; lo spettacolare kiwi cafe' dove trovo rifugio dalla pioggia con un buon libro, una chitarra e buon cibo vegano (la fantastica cucina georgiana dopo 2 settimane di tasso altissimo di carboidrati inizia a stancarmi) e alcuni personaggi conosciuti in ostello.

Decido di dare un'ultima possibilita' all'ambasciata lunedi' sera, deciso in caso di risposta negatica di andarmene la mattina successiva. L'impiegato va nel retro a controllare. Ritorna con il solito sguardo sconsolato e le mani vuote:
-"il suo passaporto sara' pronto tra mezz'ora"

MAXIMO TRIPUDIO ET GAUDIO!

ed ora, Armenia!

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