Torno a testa in su


Me ne torno a Baños con la canadese Cynthia e la mezza-pazza famiglia olandese per un'ultima dose di nuvole, mountain bike e bagni caldi prima di muovermi verso Quito dove ho appuntamento con Virginia e ¨Hermano Miguel¨ Christian, conosciuti oltre tre mesi fa ad El Bolson, in Argentina. Quito e' decisamente la piu' pulita, verde e vivibile delle capitali sudamericane. Il centro storico e' bellissimo, la iglesia della Compañia de Jesus e' il top del barocco americano e uno dei migliori del mondo, la capilla del hombre del pittore Guayasimil fantastica e il quartiere di Mariscal forse il piu' alto concentrato quantitativo e qualitativo di vita notturna che abbia mai visto.
Senza rendermene conto pero', in una banalissima domenica pomeriggio, rischio seriamente il primo incontro ravvicinato con la malavita. A meta' strada verso la collina del Panecillo, solo pochi centinaia di metri dal centro, vengo fermato da una signora che mi avverte di non proseguire oltre. Ci sono due tizi poco piu' avanti che mi stanno attendendo con tanto di coltello per liberarmi della pesante responsabilita' di portarmi appresso la macchina fotografica. Ringraziando sentitamente la signora per l'avvertimento proseguo il mio viaggio verso nord e per la prima volta dal 17 marzo 2011 torno a testa in su, riattraversando l'equatore nell'emisfero boreale.
Mi ero quasi dimenticato come ci si sente bene senza tutto quel sangue alla testa!
Ad Otavalo incontro tanta bella gente indigena coi loro costumi come 200 anni fa e tanti begli uccelli rapaci al Parque Condor (e vedere i condor delle ande spiegare tre metri di ali a pochi passi e' un'emozione) prima di spostarmi ad Ibarra e iniziare a respirare una certa multiculturalita', con un' aria di mare che viene da chissa' dove (siamo a migliaia di km dalla costa).
La sera, in un'Otavalo semi-deserta dopo i bagordi del week end, mi ritrovo in un ristorante messicano che si affaccia sulla piazza, rigirando tra le dita una moneta da due dollari canadesi. Alla radio Bob Marley canta che tutto andra' per il meglio. E allora buttiamoci in questa nuova avventura, con il cuore aperto a tutto quello che il destino mi riservera' per la strada. Che Colombia sia!

Hasta luego Ecuador, hasta luego mi amor

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