Non e' un paese per nuotatori


Il mio vagabondare per l'Ecuador continua senza infamie e senza lodi.
Il paese tranquillo, le persone ospitali e l'aria ovunque rilassata quanto rarefatta (spesso e volentieri abbondantemente sopra i 3000m) conbinano per un pigro spostarsi da una cittadina all'altra.

Dopo Vilcabamba, Saraguro con i suoi Saraguros, gli indigeni con curiosi abiti e le lunghe trecce.
Cuenca, citta' bellissima e dalla grande atmosfera che entra nel novero delle poche localita' in Sudamerica in cui potrei seriamente vivere a lungo, camminando all'ombra delle azzurre cupole.
Alausi e il treno della Nariz del diablo, l'attrazione piu' sopravvalutata delle ande, cantare gli U2 al karaoke e Lin, frangetta coreana davanti e dreadlocks dietro.
Riobamba, le strade vuote la domenica pomeriggio, l'arena dei tori e mille ristoranti cinesi.
Guaranda e Ambato sulla strada per Baños, dove camminate, l'ascesa allo sbuffante vulcano Tungurauha e discese in bicicletta lungo la strada delle cascate preprano il fisico alle serali puntate ai bagni termali.

Su tutto, tanta bella gente e una curiosita': da Vilcabamba a Riobamba, Cuenca e Baños, trovare un Ecuadoriano che non dico sia Phelps, ma che sappia nuotare un minimo senza svuotare la piscina con scoordinati movimenti e litri d'acqua sollevati da manate e pedate incerte e' impossibile!

Hasta luego!

(e visto il periodo, Let's go Celtics!)


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