Le mie Fiji (seconda parte)



Caqalai e' un'isoletta piccola piccola, per girarla tutta a piedi ci si impiega 10 minuti al massimo. E' di proprieta' della chiesa di Moturiki che gestisce il piccolo e semplice resort. Per 30 euro pensione completa mi godo questo paradiso per tre giorni di relax, snorkeling, qualche nuotata, cibo delizioso e kava la sera. La kava e' la bevanda tipica delle isole e si beve in cerchio seduti per terra, in una cerimonia che puo' durare tutta la sera, in cui si parla, si suona la chitarra e si beve questa sorta di "acqua sporca" prodotta filtrando la polvere pestata di una radici simile ad una patata. In tutta l'isola ci sono non piu' di 30 persone, inclusi i 10 dello staff, che preparano i pasti, puliscono le semplici capanne e fanno da trasportatori per-dall'isola (oltre che, cosa piu' importante, oziare per la maggior parte della giornata sull'amaca). L'atmosfera e' magica e vorrei stare qui' per mesi, ma dopo soli tre giorni e' ormai giunto il momento di lasciare l'isola e le Fiji, destinazione Samoa.

In questa settimana le Fiji mi hanno regalato tante soddisfazioni e alcune piccole insoddisfazioni, come il primo furto che ho subito dall'inizio del viaggio (il paio di fedeli infradito comprate 4 anni fa alla Citta' Mercato per 5 euro) e lo spiacevole inconveniente capitato sul bus per Suva, quando la bambina seduta in fianco a me ha deciso che ne aveva abbastanza di tenersi dentro la colazione me l'ha vomitata tutta addosso.
Cose che succedono, e pensando a quello che ho scampato in Vietnam da questo punto di vista, mi sento pure fortunato.
Quasi un anno dalla mia partenza e mi sento confuso, non so bene dove andare e quanto durera' ancora.

Bula, vinaka Fiji!

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