Il sacro sud



Il primo giorno non e' stato proprio idilliaco: la pioggia e il primo impatto con i prezzi (piu' alti di quanto mi aspettassi, in pratica come in Nuova Zelanda) condizionano pesantemente il mio umore. Queste rimarranno nin ogni caso le uniche note negative di un'esperienza affascinante. Mi basta parlare con un paio di persone e dare uno sguardo agli opuscoli gratuiti per capire che un'esplorazione a fondo del reame delle Tonga (unica nazione polinesiana mai colonizzata) richiederebbe come minimo un paio di settimane e non i miseri cinque giorni che ho in programma. Decido qiuindi di restare sull'isola principale, Tongatapu ("Il sacro sud") dove risiede la maggioranza della popolazione tongana.
Il primo giorno lo passo all'esplorazione del mercato e della minuscola capitale Nuku'alofa: comprendo all'istante che il paese e' poverissimo, e nonostante uno dei atssi di alfabetizzazione piu' alti del pianeta (il 95% della popolazione parla almeno due lingue e la scuola dell'obbligo arriva fino a 18 anni), le condizioni delle strade fanno sembrare il Myanmar un paese avanzato e al supermercato i prodotti (seppure cari) hanno date di scadenza quasi "tajike" (paurosamente vicine se non oltre la data).
Alloggio poco fuori citta', in una guesthouse con fama di essere la piu' economica dell'isola e qui incontro i pochi viaggiatori indipendenti con cui instauro immediatamente un buon rapporto. Alcuni di loro sono davvero forti e mi trovo benissimo in loro compagnia.
Il secondo giorno, oltre alla riscoperta della citta' (stavolta col sole, e ci voleva!) partecipo la sera ad una cena tradizionale con buffet e danze polinesiane per una cifra ragionevole.
Terzo giorno, sabato, dedicato ad un viaggetto alla vicina (pochi minuti di barca) e piccolissima ma affascinante isola di Pangaimotu, con tanto di arruginito relitto di una nave a pochi metri dalla spiaggia.
La domenica e' il gran giorno per il cristianissimo regno di Tonga. 25 diverse confessioni cristiane hanno chiese sparse ovunque e la domenica sono tutte piene, con la gente del luogo che mette il vestito buono (non le scarpe, quelle rimangono sandali ed infradito) per celebrare cantando, talmente bene che la messa di epr se e' diventata una delle attrazioni turistiche del paese. Il problema e' che sembra che io e la svizzera Julie non siamo abbastanza "vestiti bene" per l'occasione. Un po' perplesso (nemmeno in moschea sono cosi' integralisti, forse solo nelle nostrane discoteche) mi rivolgo all'unica chiesa che sembra accogliere tutti quanti, e si rivelera' la piu' strmba celebrazione a cui abbia mai assistito: la chiesa "Equipment" e' nata solo qualche anno fa in Nuova Zelanda, e si rivolge ad un pubblico giovane. Non c'e' un altare, ma un vero e proprio palco dove una rockband suona dal vivo mentre i tre cantanti gospel e il pastore (donna) guidano i canti e la riflessione. Tutti sono ospitali e contenti di accogliere nuovi visitatori. Il sermone tocca i temi dell'accoglienza e del vivere la vita col sorriso. Sono sicuro che anche le altre chiese fanno altrettanto, perche' la popolazione tongana sembra felice e sorridente in ogni situazione.
Ed arriva cosi' l'ultimo giorno, con una biciclettata tutti insieme (la svizzera, la francese, la coppia franco-inglese e lo spagnolo) alla grotta di Ahionu, una spettacolare cava proprio a ridosso della spiaggia con stalattiti, stalagmitie  una piscina naturale con acqua cristallina in cui nuotare. Anche se al ritorno Julie viene travolta da un automobilista disattento (che scappa pure) proprio fuori dall'ospedale (niente di grave, solo qualche graffio) la giornata puo' essere archiviata come eccezionale, come eccezionale e' stata la mia esperienza in questo povero, sorridente e minuscolo paese all'estremo sud della polinesia.

Malo i lele - Mou nofu a

Commenti

Post più popolari