Un sorso di Malesia



A Bangkok saluto Melanie e ritrovo Yixuen (e i 25 dollari che le avevo prestato la vigilia di natale in Myanmar).
Come gia' la prima volta che sono passato da queste parti, piu' di due mesi fa, decido starci poco, giusto il tempo di organizzarmi e ripartire. Ho solo una decina di giorni ancora da vivere in Asia e volgio provare, assaggiare un po' di Malesia. La Thailandia e' lunga, lunghissima e per percorrerla tutta mi ci vuole una interminabile giornata in autobus.
Passato il confine trovo una realta' molto diversa da quella del SudestAsiatico che ho visitato negli ultimi 3 mesi. Il lato malese e' piu' pulito ed efficente del pur decoroso ed occidentale lato Thai. Autostrada 3 corsie, stazioni di servizio degne dei migliori autogrill, si iniziano a vedere le donne con il capo coperto dal velo. Da Butterworth il traghetto in dieci minuti mi porta a Georgetown, isola di Penang. Gran mix di culture e popoli la Malesia e la citta' che visito come prima breve tappa non fa eccezione. Tra i palazzi in stile coloniale e le alte torri moderne di banche e asssicurazioni si snodano Chinatown e Little India. Malesi, bianchi europei, indiani, cinesi e indonesiani si mischiano nel mercato mattutino: all'ombra della moschea o della torre dell'orologio tutti chiacchierano, oziano o passeggiano pigramente durante il giorno, mentre la sera le bancarelle alimentari invadono le strade ed e' un piacere per gli occhi e per il palato. La citta', col suo fascino decadente mi da anche la sensazione di essere immersa nel suo passato e mi viene facile ignorare i Suv e immaginare quel 7-800 d coloni inglesi, lavoratori indiani, pirati e cospirazioni ordite dai maraja e dagli olandesi.
Tutto e' ancora incredibilmente economico e pensando al futuro prossimo (sigh) non puo' che farmi piacere!
Solo un sorso di Malesia dicevamo, e via, attraverso le piantagioni di palme fino alla grande capitale Kuala Lumpur.

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