... Ungheria con chi vuoi



Lasciato il comfort del supporto famigliare, mi dirigo ad est, sempre piu ad est, e passando il confine meno interessante e eccitante che abbia mai visto (solo un misero cartello, non un fiume, una ex dogana, una bandiera, niente) entro in Ungheria. La strada che in Slovenia era collinare diventa sempre piu piatta e agricola fino alle sponde del lago Balaton.

Mi fermo la prima sera in una località termale (Zalakaros) assediata da turisti over 60 tedeschi che impazziscono per i benefici delle acque sulfure, dei generosi shnitzel con patate e della locale Palinka (liquore tipico ungherese). Il giorno successivo raggiungo il lago, e mi immetto sulla ciclabile che fa il giro, attorniato dalle decine di migliaia di ciclisti della domenica e di veri e propri bikepackers: famiglie, gruppi di amici con casse portabili dalla musoca tamarra e birra, giovani e vecchi, tutti a passare questo weekend di festa nazionale sulle sponde del lago. A Csopak ho appuntamento per un pomeriggio in piscina e una serata con Betti, mia compagna di corso CELTA anni fa, sempre piu selvaggia e sempre piu fuori di melone a dispetto degli anni ormai vicinissimi ai 40.

Nei 2 giorni successivi taglio l'Ungheria in orizzontale, passando il Danubio e incontrando, tra centinaia di km di campi piatti he piu piatti non so può, lo slovacco Marek che sta pedalando da Trnava fino in Bulgaria (perchè ci sono le fighe, cit) e una coppia di modenesi che mi offrono il nescafe la mattina. Un'ultima tappa da 190km nel caldo torrido della pannonia e mi ritrovo a passare km di camion in coda. È il confine rumeno.

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