Cronache dal Mar Baltico


Pochi km dopo aver passato la frontiera con la lettonia sento un crack, come se avessi preso un ramo d’albero. Guardo la mia ruota posteriore e ondeggia vistosamente: dopo la pedivella e i pedali, ecco arrivato il 3o inconveniente meccanico, un raggio rotto. La porto a mano fino al paese successivo dove mi collego ad internet e scopro che fino a Riga non c’è un meccanico ciclista. Dopo quasi 2 ore di inutile attesa per un passaggio in autostop, e constatata l’impossibilità di caricare la bici sull’autobus decido di sganciare il freno posteriore e pedalare fino alla capitale con la ruota ondeggiante. 40 km. Poteva andare peggio mi dico, poteva piovere… e infatti nuvoloni neri appaiono all’orizzonte e un bello scroscio non me lo leva nessuno.

A Riga mi ospita la mia ex collega in Kazakhstan Alisa a casa di sua madre, e della nonna pazza che cambia parrucche ogni 3 ore, e del suo partner di 20 anni più giovane, e dei 2 cani di razza da concorso. Il giorno succesivo tutto sembra andare per il meglio. La ruota viene riparata dal meccanico e con Alisa mi giro un pò la capitale… fino a che lei propone un a birra prima di rientrare a casa. La giovane aveva già dato segni di squilibrio evidente dovuti all”abuso di alcolici quest’inverno, tanto da richiedere ad ogni evento aziendale una task force di 3 o 4 persone per portarla a casa in sicurezza ed accertarsi che dormisse prima di lasciarla (in una occasione era stata notata con -30in pantofole e senza giacca al supermercato in cerca di cibo) ma una birra non dovrebbe far danni. Diventano 2. Poi un bicchiere di vino, un altro, e un altro, e un altro. Cerco di trascinarla a casa ma è troppo tardi, ormai è partita per la tangente e vuol star fuori tutta la notte. Prendo in mano la situazione e con durezza esigo di rientrare, al che lei inizia ad insultarmi come un pezzo di merda vecchio del cazzo (traduzione a spanne) che non vuole far tardi. Ha bisogno di aggrapparsi a me per camminare dritta, sul treno vomita, e il giorno dopo ovviamente non si ricorda nulla, compresi i 20 euro che mi aveva preso in prestito.

Lontanissimi da questa seccante situazione sono stati i giorni successivi, quando raggiungo la costa del mar baltico e sconfino in Estonia, tra le foreste e le spiaggie, villaggi di pescatori e la bellissima ma turisticissima Tallin dove sto un paio di giorni e conosco qualche svitato.

Traghetto per Helsinki, e alla ricerca della Tumioukirko per fare una foto ricordo prima di riprendere a pedalare verso nord, sento parlare italiano e chiedo se sanno dove è la famosa chiesa. Me la indicano e chiedono “ma tutta in bici dall’italia???” e io “tutta, tutta da Bergamo” al che un signore mi squadra e dice “è proprio vero che a Bergamo non si molla un cazzo”

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