La prima impressione è (spesso) quella sbagliata


Questa nella foto è la vista di cui posso godere (???) dal balcone di casa. Ma andiamo con ordine...

La prima impressione: atterro alle 5 del mattino all'aeroporto di Astana, dove la DOS (Director of studies, in parole povere: il mio capo) Sam e l'autista Sergey mi attendono per scarrozzarmi le tre ore abbondanti fino alla ridente Karaganda. Sam è molto gentile e mi anticipa grande ospitalità da parte della scuola. Tutto mi sembra ottimo ma, sarà la stanchezza e un minimo di jet lag, sarà l'attimo di panico quando Sergey si stava addormentando mentre guidava a oltre 100km/h attraverso la steppa, non mi sento molto a mio agio.
Karaganda viene anticipata dall'orrendo distretto industriale-metallurgico che sorge a una decina di km di distanza e se anche la città non centre proprio nulla con questo allucinante agglomerato di ferraglia e ciminiere, questa nuvolosa domenica mattina tutto mi sembra grigio e tetro. Quando Sergey si ferma in una stradina laterale quasi mi metto a ridere: un palazzone decrepito con le finestre al primo piano distrutte su un lato si affaccia su di un malconcio parco giochi per bambini. Inizia a piovigginare. Saliamo in casa e per le scale in rovina e piene di mozziconi di sigaretta penso chi me l'ha fatto fare.
Fortunatamente l'appartamento è, seppure vecchio stile, pulito ed in ordine, anche se ci sono diversi miglioramenti da fare: il divano-letto duro come il marmo e l'assoluta mancanza di mensole in cucina e armadi in salotto-camera. A questo punto sono totalmente depresso. Prima impressione: pessima. Già nel mio cervello iniziano a materializzarsi numeri e calcoli complicati per stabilire il tempo necessario per guadagnare quel che basta ad andarsene e tornarsene in Europa... una doccia e vado a dormire.

Mi risveglio qualche ora dopo, è il primo pomeriggio e il sole filtra dalle tende. Decido di darmi una mossa e uscire di casa per una passeggiata. Fa caldo, oltre 30 gradi, ma le strade sono fresche, ombreggiate dai tanti alberi (più nella mia via che nell'intera isola di Malta) il vento soffia lieve e mi sento già meglio. Con il sole, il verde delle piante, le tantissime persone a passeggio, i negozi aperti e le bancarelle di frutta, di shashlik (spiedini di carne) e di dolci non fai nemmeno caso agli orrendi palazzoni. C'è un parco enorme (5km di diametro) con un lago e il solito centrasiatico luna park ex-sovietico, la città è disseminata di grandiose piazze e monumenti imponenti, tantissimi centri commerciali lungo le arterie principali e tutto sommato una bella atmosfera. Vado a letto la sera con tutt'altra attitudine verso il luogo.

La mattine seguenti sono a scuola per conoscere l'ambiente, lo staff, gli insegnanti e fare qualche piccolo seminario di preparazione. Tutti sono molto gentili e amichevoli, si fanno in quattro per aiutarti per qualsiasi cosa e ti fanno sentire davvero importante. La scuola è molto professionale e incredibilmente ben organizzata, sembra di un'altra categoria rispetto alla pur bella scuola in cui ho lavorato a Malta: io lavorerò gran parte del mio tempo nella succursale di Stepnoy, per ora sobborgo "moderno" della città e in alcuni anni "nuovo centro". Pratica curiosa e non rara in Kazakhstan quella di costruire nuovi centri-città: Karaganda era una volta situata 10km più a nord, poi vennero scoperti importanti giacimenti di carbone e gas sotto la superficie, quindi si decise di spostare la città dove risiede ora. Durante dei lavori di scavo sono stati scoperti però nuovi, ricchissimi giacimenti sotto l'attuale città, ragion per cui... il centro verrà gradualmente spostato di nuovo!

Ci sono ancora tanti aspetti negativi nel vivere qui che non sono scomparsi dalla sera alla mattina, ma la prima impressione è stata totalmente fuori fuoco. Questa città non è poi così male e mi spingo addirittura a dire che, con il cielo azzurrissimo e il sole, è un posto piacevolissimo dove stare. Ovviamente, sarà lunga, nell'ordine ci sarà l'inizio delle lezioni vere e proprie, i problemi che dovrò affrontare, la soluzione della questione appartamento e non ultimo il grande spauracchio dell'inverno. Sono pronto alla sfida!


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