Tango y futbol (prima parte)



Il nuovo mondo. Lascio la Nuova Zelanda a Christchurch e in poco piu'
di dieci ore attraverso il pacifico per atterrare a Buenos Aires e
iniziare il mio cammino in Sud America. La cosmopolita capitale
argentina (almeno i sobborghi e il microcentro) mi ricorda molto
Milano: vialoni alberati multicorsia, vecchi edifici, traffico.
Impiego un paio d'ore dall'aeroporto e altre due per trovare una
sistemazione economica poiche' in estate qui' migliaia di turisti e
viaggiatori affollano gli ostelli (principalmente provenienti dal
Brasile).

Tra una dormita ad orari assurdi e l'altra (il Jetleg che pensavo mi
avesse risparmiato mi colpisce invece con forza) esploro apiedi la
citta': lo storico e monumentale "microcentro", con la casa rosada, la
Plaza de Mayo e il fallico monumento alla nazione, il quartiere chic
di San Telmo, tempio del tango, e in particolare il sobborgo
proletario della Boca. Solo pochi metri dal famoso "caminito", la
strada turistica per eccellenza con le sue case colorate e i
ristoranti che propongono tango-show, La Boca rivela la sua vera
anima. Strade dissestate e case che difficilmente vedrebbero
l'abilitazione altrove sono lo scenario per le numerose officine
meccaniche, i bambini che giocano a calcio in piazzetta, le macellerie
e i vecchi che leggono fuori dalla sede del partito comunista. E poi,
ovviamente, lo stadio, la famosa "bombonera", il tempio del calcio
argentino. Nello stadio c'e' il museo della pasion boquense dove cé'di
tutto, foto delle leggende (chiunque abbia mai indossato la maglia
gialloblu' e' considerato tale) maglie, trofei vari e memorabilia, dagli scarpini di Maradona alle ciabatte da doccia di Schelotto.

La sera, nel negozio di dischi davanti all'ostello, c'é un ospite speciale che attrae una follaoceanica. E' lo stesso James Blunt che qualche anno fa a Brescia avevo ammirato, ubriaco fradicio, tentare di rimorchiare la ragazza di Fabio Zanchi. Qui', tirato a lucido e sobrio (?!?) posa con adulanti bellezze locali che fanno a gara per toccarlo e baciarlo.
Proprio le donne meritano una menzione speciale, non si possono non notare qui' a Buenos Aires. Belissime, tiratissime, sembrano appena uscite da una rivista di moda, camminano per l'avenida Florida, la via dello shopping. Sara' che vengo dalla Nz, sara' che il fuso orario mi lascia ancora intontito, ma qui' il primo impatto e' da star male.

Capitolo lingua spagnola: i miei tentativi con gli amici in Nz mi avevano illuso: capire lo scritto e' una cosa, il parlato un' altra (tasso di difficolta' che aumenta esponenzialmente all'aumentare della velocita') e intavolare una discussione decente e' per ora traguardo irraggiungibie. Sara' per questo che lego e mi relaziono con un gruppo olanedse-australian-neozelandese(ma dai?) e con loro mi butto nella famosa (e costosa) nightlife porteña. La serata inizia alle 22.30 con aperitivo e cena fuori, e prosegue alle 3 del mattino in un club. La prima sera andiamo in uno dei club piu' in della capitale e rimango profondamente amareggiato: l'atmosfera che si respira e' quella triste di tante discoteche fighette italiane. Ritorno alla base poco prima delle sei, controllo la mail, faccio quattro chiacchiere on-line con Herman, e proprio quando inizio a sentire le palpebre pesanti, quando sto per chiudere ed andare a dormire, ricevo una e-mail che mi togliera' definitivamente il sonno.

Ma questa e' un' altra storia...

Commenti

  1. Degno del miglior beautiful... A quando la seconda puntata?

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