Ragazzo di campagna


Dopo pochi giorni dal mio ritorno nella Bay of Plenty (in cui non mi faccio sfuggire l'occasione di un trekking nella penisola di Coromandel) trovo lavoro in una packhouse a 40 minuti di macchina da Tauranga. La "cita'", Katikati, e' l'unico insediamento di coloni dall'Ulster (Irlanda del Nord) e, per me che ho visitato Derry e Belfast, la cosa e' evidente: murales tipici di quelle zone ricoprono la maggior parte degli edifici di questa storica citadina neozelandese.
Mi trasferisco per le due settimane di repacking in una vecchia cascina alle pendici dei monti Kaimai. Oltre a me vicono qui' al proprietaria (una signora filippina), quattro puzzoni uruguayani e una ragazza francese se possibile ancor piu' maleducata e noncurante dell'igiene di loro. Si dorme in una stanzetta ricavata nella mansarda del vecchio granaio (io per la verita' solo per una notte, visto che il concerto di russate dei cinque coinquilini mi fa preferire di gran lunga dormire nel mio van) e in due minuti di macchina si raggiunge la packhouse, orario di lavoro: 8 - 20.
Lavorare e vivere per poco "in campagna" mi da la possibilita' di conoscere un'altra realta' del paese, non quella un po' fighetta e istruita di Tauranga, bensi' la bifolca countryside.
Vengo cosi' a contatto con i campagnoli che mangiano come minimo una sera ogni due qualcosa di autoprodotto (carne allevata in casa, pesce pescato nel fiume, ecc ecc), vestono rigorosamente camicia a quadrettoni e stivali di gomma, parlano sporco e sono magnificamente aperti alle nuove relazioni.
I ragazzi di qui che finiscono la scuola si contano sulle dita di una mano, mentre la maggiorparte cerca di farsi sbattere fuori a sedici anni per iniziare a lavorare nella fattoria di famiglia o nell'agricolo in generale.
Il passatempo principale la sera e nel week end e' quello di dedicarsi alla bottiglia o all'onnipresente maria. Per quanto mi riguarda, la relativa vicinanza a Tauranga mi permette di tornare nel vivo del divertimento con i miei vecchi amici nel weekend.
Mi spiace aver lavorato qui solo due settimane, perche' come ambiente lavorativo, la packouse in questione e' decisamente la migliore in cui abbia avuto a che fare con i diabolici frutti. Salvo clamorose sorprese infatti, non tocchero' piu' una singola scatola i kiwifruit: dopo l'ultimo finesettimana a Tauranga per festeggiare un paio di compleanni infatti, assieme a Mike iniziero' il lungo trasferimento fino all'estremo sud del paese.

Ci pensavo l'altro giorno, un po' sentendo i notiziari in cui la situazione economica dell'Italia in particolare e' descritta come catastrofica, e un po' riflettendo sul fatto che, nonostante il lavoro di merda che stavo facendo mi alzavo ogni giorno con un gran sorriso stampato in volto: per la prima volta realizzo che SERIAMENTE, non solo giocando ad immaginare una realta' diversa, mi piacerebbe vivere qui, in un posto che non sia Bergamo. E non solamente per un anno o due. Tauranga e' una citta' che amo, questa e' la nazione in cui vorrei trasferirmi un giorno, incontrare una ragazza con i capelli rossi e le lentiggini, avere dei figli ed invecchiare. Probabilmente rimarra' solo un sogno nel cassetto, ma chissa', magari un giorno... in fondo, da un anno a questa parte ho dimostrato a me stesso che i sogni non sono poi cosi' impossibili da realizzare...

Ps: E' iniziata la coppa del mondo di rugby. Inutile dire che qui in Nuova Zelanda il delirio e' collettivo. Archiviata la delusione con l'Australia, peraltro preventivabile, mi sono goduto l'asfaltata che abbiamo dato ai russi. Stasera c'e' la partita che i Kiwi attendono da quattro anni: la rivincita dello scorso mondiale contro la Francia,e  per quanto di solito la mia simpatia vada agli avversari della Nuova Zelanda, stanotte non ce la faro' proprio a tifare per i Bleau.
Per cui, dal profondo del cuore, GO BLACKS!

Commenti

Post più popolari