Italia connection



Quando una sera di marzo ho ricevuto l'invito di 2 signore sulla sessantina, operanti nel settore della moda e della cosmesi per una serata a base di the e chiacchierate in italiano, non avrei certo pensato che sarebbe stato l' inizio di un paio di mesi in cui le connessioni con la madre patria avrebbero pesato parecchio.

Dopo le 2 donne ansione di rispolverare la lingua dopo decenni di inutilizzo (entrambe avevano studiato in accademie apposite in umbria e toscana) e continuando come sempre le lezioni con Yulia, niente popodimeno che l'ambasciatore mi mette in contatto con Eliana,appena arrivata in città per insegnare italiano all'università. È l'inizio di una serie di incontri che culmineranno con 2 maestri d'organo a Karaganda per un concerto, un prete logorroico di Parma e persino il vescovo, entrambi alloggiati nei bellissimi (e un po' fuori posto, onestamente) lo ali adiacenti la cattedrale.

Ricevo persino l'invito a partecipare al party per il 2 giugno al lussuoso hotel Rixos di Astana, ma non sarò della festa: dopo gli ormai soliti commoventi addii ad amici e studenti (a cui non ho ancora minimamente fatto il callo) preferisco spendere l'ultimo giorno in compagnia delle mie 2 mitiche amiche Gulmira e Dinara che da sempre accompagnano ogni mio arrivo e partenza dal Kazakhstan, oltre che le mie visite alla capitale. Tra una montagna di cibo, the e kumys (latte di giumenca) scrivo finalmente l'ultimo capitolo dalla terra delle infinite steppe, dei tanti gruppi etnici e delle mille contraddizioni ed emozioni. È ora di tornare a casa e a breve di affrontare un'altra delle avventure che ho da tempo nella lista dei desideri.

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