Il primo zero


Un giorno decido di aggiornare il mio stato di couchsurfing. Penso sia inutile visto che a Karaganda non è che ci sia questo flusso turistico inarrestabile, ma due giorni dopo, ecco che si materializza Manuela, italiana dai lunghi trascorsi lavorativi in Azerbaijan che viene a trovare un amico ed ex-collega. Evidentemente il ragazzo non è proprio il tipico Kazako dalla leggendaria ospitalità, perchè finisco ad ospitare Manuela e a condividere qualche passeggiata nel parco sempre affollato da famiglie attratte da luna park e da uno degli ultimi week-end di "caldo". La temperatura in realtà ha iniziato a scendere e la sera è fredda, molto fredda.
Pochi giorni fa la minima ha raggiunto la fatidica soglia per la prima volta. Sembra incredibile, ma il 10 settembre alle 5 di mattina siamo già arrivati a zero gradi.

Con il sole poi la temperatura si alza e durante il giorno raggiunge gradevoli punte di 20 gradi, ma quando ho lezione alla mattina, il vento della steppa ti taglia in due... Lezioni, appunto. Ho iniziato con alcune classi, per il momento ne ho una al mattino di bambini (7-9 anni), una al pomeriggio di teenagers e due la sera di adulti. Pian piano si sta riempiendo il mio monte-ore.

Guardando fuori dalla finestra di casa, oppure sorseggiando un caffè Lavazza nel vicinissimo caffè-figo-simileuropeo, con il viale alberato che fa ombra alle indaffarate casalinghe o ai frettolosi uomini in giacca e cravatta, non mi sembra vero di essere dove sono. Non sembra proprio di essere in quel punto lontano, perso nel mezzo dell'Asia alle porte della Siberia. Solo quando sono nel nuovo quartiere di Stepnoy (letteralmente "prateria", dove si trova la scuola), con i palazzoni e i monumenti che si ergono possenti e distanti l'uno dall'altro, percepisco l'estensione del cielo centrasiatico che avevo imparato a conoscere ormai quattro anni fa, osservando la steppa che inizia la sua corsa verso est, solo a pochi metri di distanza dai margini della città.

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