Il solito comunista



Dopo una settimana a raccogliere kiwi in piccolissimi orti per nemmeno 3 ore al giorno, il venerdi' si presenta l'occasione di lavorare piu' a lungo. Il problema e' che un violento acquazzone ha bagnato i frutti durante la nottte, per cui l'iniziale orario di ritrovo delle 9.00 scivola prima alle 10.30, poi alle 11.30 e finalmente alle 12.00 si comincia. Tutti carichi e contenti iniziamo a lavorare per quello che si preannuncia il primo vero guadagno stagionale. L'eccitazione svanisce presto pero', il caldo di mezzogiorno e' opprimente e la pausa pranzo sembra non arrivare mai. Infatti non e' solo una sensazione: i nostri schiavisti chiamano il primo time out alle 15.00, dopo tre ore di lavoro a ritmo serrato senza bere una goccia d'acqua. Un po' intontiti ed esausti ci rilassiamo per quella che dovrebbe essere la mezz'ora piu' bella della giornata, quando dopo soli 15 minuti veniamo invitati a riprendere il lavoro. Tutta la squadra e' allibita, nessuno si alza, nessuno ha il coraggio di dire niente, solo un' espressione stupita sul volto. Riprese a fatica le sacche di raccolta veniamo al corrente del piano per la giornata: si lavora altre 3 ore fino alle 18.00, poi dopo 10 minuti di pausa altre tre fino alle 21.00. Mentre i minuti passano la raccolta, a causa della stanchezza, si fa qualitativamente meno buona (frutti non pronti, troppo piccoli, con stoppini ancora attaccati), il malumore serpeggia ma nessuno ha il coraggio di dire o fare niente per paura di ritorsioni o di perdere il lavoro. Il sottoscritto, manco a dirlo il solito comunista, di lavorare a queste condizioni non ci pensa proprio e cosi' inizia a tastare il terreno per capire quanto la base d'appoggio all'attivita' sindacale e' ampia. Su 20 lavoratori almeno 18 sono d'accordo ma solo tre oltre a me si dicono pronti a scendere in piazza contro gli abusi dei padroni. La successiva pausa delle 18 segna la fine della giornata lavorativa per me, gli altri 2 italiani della piantagione e il tedesco-thailandese. Mi faccio portavoce delle istanze della classe operaia e il confronto con Peter, il direttore dell'azienda, e' serrato. Lui e' sotto pressione perche' deve finire questa piantagione entro il giorno successivo ed e' incazzatissimo.
Paolo: Peter, senti, per prima cosa devo dirti che, in tutta onesta', per noi quattro questo ritmo e' troppo e siamo esausti, non possiamo continuare, per cui abbiamo deciso di andare a casa. Non abbiamo intenzione di sfinirci e sentirci male per cui.... Poi, oltre a questo...
Peter (interrompendomi e alzando il tono della voce); Te la dico io una cosa: se voi adesso ve ne andate, non aspettatevi di essere chiamati ancora a lavorare per me, chiaro? non fatevi piu' vedere, capito!?!?
Paolo: Ah, grazie Peter. Io vengo qui a parlare gentilmente e civilmente con te e tu reagisci cosi'? Bene! Puoi fare quello che vuoi, sono abbastanza grande da prendermi le mie responsabilita' e accettare le conseguenze delle mie azioni quindi se vuoi licenziarmi fallo pure. Quello che volevo dirti e' che non e' una coincidenza che proprio oggi Craig sia incazzato nero perche' raccogliamo da schifo: in ogni singolo lavoro nel mondo civile e' prevista una pausa ogni 2 ore, specialmente in lavori fisici come questo. Imponendoci questi ritmi ci perdete innanzitutto voi in efficienza. Per farla breve, e sono convinto sia il pensiero di tutti, anche se molti sono troppo impauriti da dirtelo in faccia, oggi ci avete trattato da schifo e noi quattro non siamo disposti a lavorare a queste condizioni.

L'arringa semra convincente e Peter si calma cambiando radicalmente registro e, forse conscio della possibilita' di perdere 4 raccoglitori su 20 e del malumore che un licenzialmento del genere potrebbe portare in tutto il gruppo, fa marcia indietro: "Guarda, facciamo cosi'.... apprezzo che tu sia venuto a parlarmi in modo onesto, io da parte ima rimangio quello che ho detto prima, se siete troppo stanchi potete andare a casa e tornare qui' domani mattina. Scusa per prima, ma sono davvero sotto pressione per via di questa consegna..."

Il giorno seguente, nonostante l'urgenza della consegna, pausa dopo un ora e mezza.

Potere ai lavoratori!

Haere mae

Commenti

  1. ormai non mi stupisco piu' di quanto sei avanti socio!! li' non stai raccogliendo kiwi ma esperienze di vita. e se un giorno vorrai portare tutto cio' ancora qui in italia darai sicuramente una gran mano alla nostra causa di noi persone di mondo contro il nulla malefico che avavzando sta distruggendo fantàsia (l'itlalia) anche se in effetti mi chiedo chi te lo fa fare di tornare qui dopo aver visto posti migliori... e in effetti piu' che chiedermi che ci fai li' tu mi chiedo che ci faccio qui ancora io.. CIAO SIMON

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