Tutto perchè i Greci non avevano oro.



Nell'antichità, I Greci si spinsero ad oriente, nella regione della Colchide (ora costa Georgiana e Abkhaza) alla ricerca di oro, di cui la penisola ellenica era priva. Il mito di Giasone e gli Argonauti nasce da qui. La maggiore colonia per il commercio di oro e altri artefatti venne creata in quella che diventerà nota come Anacopia.

Secondo la leggenda, vista la vitalità della città portuale, Simone lo Zelota decise di predicare lì, tra i marinai greci e i locali Iveriani. Abitando una grotta fuori città, tra preghiere e prediche, dopo qualche anno venne martirizzato. Gli Abkhazi credono sia sepolto poco distante, in Vaticano la pensano diversamente e sostengono sia in San Pietro (questa fa il paio con le presunte 16 dita mignolo di San Pietro sparse per l'Europa).

Sia quello che sia, dei monaci Greci provenienti da Athos decisero di fondare un nuovo, gigantesco complesso monastico sulla collina che sovrasta il centro abitato, non distante dalla famosa grotta. Da li in poi il complesso e la città stessa presero il nome di Nuova Athos. Una fortezza venne poi costruita dai re Iveriani, e divenne nei secoli simbolo della nazione Abkhaza (o secondo i Georgiani, della collaborazione tra i due popoli).

Quasta concatenazione di cause-effetti mi porta qui nella mia visita. Il luogo è magnifico e uno dei più belli nell'intera area del Caucaso. Al ritorno a Sukhumi parlo ancora un po' con chi incontro, con il padrone della mia guesthouse, con il tassista che mi porta di nuovo al confine.

Pochi giorni in questo paese che non esiste ed è tempo di tornare in Georgia per qualche mese ancora di lavoro, arricchito di un'esperienza che definire educativa è riduttivo. Come leggere un libro di storia con i propri occhi.

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