Couchsurfing Kazakhstan (1a parte)


Il colpo di coda invernale dopo Nauryz, con tempeste di neve, vento gelido e temperature sotto i -20, dura solo un paio di settimane. E con l'arrivo della vera primavera il termometro sale stabilmente sopra lo zero, le mie classi una dopo l'altra vanno a concludersi, e ricevo diverse richieste di couchsurfing. Un paio rimandate al mittente con tanto di minaccia di referenza negativa (i classici "scrocconi" che mandano mille richieste tutte uguali, addirittura in russo! Quindi senza nemmeno buttare uno sguardo al mio profilo) e una accettata: Gulmira è un'ingegnere informatico di 28 anni, originaria di Aktobe nel nor-ovest del paese (a 48 ore di treno da qui) vive ormai da anni nella più vicina capitale Astana. Ha l'obiettivo di visitare ogni città in Kazakhstan (e Karaganda è una delle poche rimaste nella sua lista) oltre ad avere in programma un viaggio in Indocina nei mesi prossimi (e qui il motivo per cui vuole incontrare proprio me).

Mi raggiunge per un weekend e insieme passiamo ore a discutere di viaggi, di politica e società, ma soprattutto occupa la mia cucina per prepararmi una quantità assurda di Baursak (il tipico pane-fritto Kazako) e insegnandomi come fare il sapone (?!?!). Una persona interessante che, coincidenza, vive ad Astana, città che avevo in programma di visitare non appena la morsa del freddo avesse allentato la sua presa. Ottimo! La settimana successiva, alle 5,30 del mattino, sono su di un treno diretto verso nord.

Gulmira e la sua coinquilina Dinara mi accolgono venendomi a prendere alla stazione e cucinandomi il mitico Beshparmak, lo stufato di carne di cavallo con patate e cipolle su un letto di pasta delle lasagne stracotta, il tutto da mangiare con le mani da un enorme piatto al centro del tavolo. E' IL piatto tradizionale Kazako, è la nostra "polenta e osei", è il piatto preferito di tutti, e impossibile da trovare nei ristoranti perchè richiede minimo 6 ore per la preparazione. Dopo una quantità di carne e grasso tale da poter andare in letargo per tre mesi come gli orsi, sorseggiando le solite innumerevoli tazze di the, discutiamo di cosa fare nel pomeriggio per l'esplorazione della nuova, grande, miracolosa capitale.

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