Ottobre bianco



Al ritorno dal mio caffè preferito, un venerdì sera, inizia a nevicare. Per tre giorni i fiocchi imbiancano la città, cosa a cui dovrò abituarmi: la neve sarà una presenza costante per almeno 5 mesi, e c'è pure la possibilità che vi rimanga fino a maggio inoltrato.
Le temperature la notte scendono abbondantemente sotto i -10 mentre durante il giorno è il vento a decidere se aver freddo a -5 o congelare a -10: impetuoso, proveniente dalla Siberia, fa tutta la differenza del mondo e ti taglia letteralmente in due.

La vita prosegue, senza nulla di eccezionale e nonostante tutto così incredibilmente affascinante. Incontro tante persone tramite Couchsurfing, esco un po' di più la sera, ma per il resto è tutto un casa-scuola. Se gli orari me lo permettono vado in piscina e nel tempo libero leggo o guardo partite Nba.

E allora cos'è che fa di questa esperienza qualcosa di unico e straordinario? Cos'è che mi fa ritrovare a sorridere come un ebete apparentemente senza un motivo? Esco di casa, cammino fino alla fermata dell'autobus; salgo su una delle piccole "Mashrutka", i minibus stipati all'inverosimile; pago i 30 centesimi della corsa alla signora che si occupa della riscossione; tutt'intorno occhi a mandorla e volti piatti dagli zigomi alti mi scrutano da sotto cappucci e colbacchi di pelo, o forse è solo la mia immaginazione; passiamo la moschea dalle cupole innevate e fuori dal finestrino, tutto è bianco.

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