Il rumore e il silenzio

 



Difficilmente mi viene in mente un posto in cui il rumore e il silenzio sono così parte integrante della mia esperienza quotidiana. Come già scritto, il rumore è la cosa più impattante qui: gli autobus in primis, ma anche il resto del traffico, la campana del tempio hindu su cui si afaccia la nostra terrazza che la mattina suona incessantemente (a mano) per 30, 45 minuti o anche più. I corvi gracchiano tutto il giorno. Se senti qualcuno nel pre-scatarrata, probabilmente è un uomo pronto a sputacchiare del liquido rosso, prodotto di scarto del masticamento del betel. Una notte litanie buddiste sparate a tutto volume mi tengono sveglio prima di una gara ciclistica, sembra che sia una cosa normalissima qui: è una sorta di cerimonia religioso-scaramantica per portar bene ad un edificio, con litanie da mal di pancia ininterrotte tutta la notte e le casse al massimo.

Nelle località balneari della costa sud-ovest, il contrasto è incredibile. Dimenticatevi le città o i paesi costieri che conoscete: la successione è: spiaggia (bellissima, solo il rumore delle onde, e il vento tra le palme), una striscia fine di vegetazione, costruzioni (alberghi, ristoranti,case, con accesso alla spiaggia) e strada: questa è sporca, stretta, senza luci o marciapiedi ma percorsa a velocità da autostrada dagli stessi infernali veicoli di cui si è già scritto. Il paradiso e l'inferno, separati da poche decine di  metri. Come non venga in mente a nessuno che rendere i paesi costieri attraenti e non posti che non augureresti a nessuno possa aumentare l'afflusso turistico è uno dei misteri da risolvere.  

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