L'amore al tempo del Covid19


(Titolo scontatissimo, ma non potevo farmelo scappare).

Ormai i post sono così distanti l'uno dagli altri che si può parlare di occasioni speciali. Ed eccola l'occasione: sull'onda del caos mondiale per il contagio da Covid19, primo post del nuovo decennio.
La Georgia è ancora indietro rispetto all'Italia ormai tutta in quarantena (al momento della scrittura) di un paio di settimane. Per ora i casi si limitano a circa venti, quasi tutti di gente che rientrava dall'Italia.

Le misure prese però ricalcano quelle in Italia, con la chiusura delle scuole ed ecco che ci ritroviamo a casa con la prospettiva di iniziare con le teleconferenze da settimana prossima con gli studenti adulti. Se da un lato la cosa capita a fagiolo per darmi tempo di lavorare sui documenti da preparare e sullo studio per il DELTA, dall'altra comprime il calendario di osservazioni da qualche mese a (forse) uno, il mese di Maggio, salvo peggioramenti della situazione. Un bel problema per chi come me ha difficoltà ad organizzarsi a lungo termine se non ha scadenze nell'immediato.

Come in Italia qualche settimana fa, la ggggente e le autorità vanno di pari passo nelle incongruenze logiche: scuole chiuse da una parte, tutti al pub e al ristorante dall'altra; gente con la mascherina che fuma come se non ci fosse un domani e la chiesa ortodossa che si rifiuta sia di chiudere le chiese, sia di modificare la distribuzione della comunione, fatta tramite cucchiaio condiviso da tutti, perchè 'teologicamente, il cucchiaio non può trasmettere il virus' (ci vuole una bella immaginazione, bisogna dargli atto).

La mia vita prosegue con gli allenamenti, lo studio, il lavoro in remoto quando c'è e ci sarà, e i miei contatti sociali che si limitano per il momento alla ragazza. Insieme attraversiamo un momento importante, nel nostro piccolo: decisioni sostanziali si intravedono all'orizzonte, e se per me si limitano 'all'ordinario' cercare lavoro in un altro paese, per lei vorrebbero dire abbandonare una carriera che si è costruita in questi ultimi anni con passione e sacrificio (parte difficile) e abbandonare il proprio paese (parte facile, odia la situazione in cui è cresciuta, ma la prima volta è stato impegnativo anche per me).

Seguo con apprensione ed interesse quasi spasmodico le notizie che vengono dalla terra natia, sia attraverso l'immancabile TgLa7 la mattina, sia via 'Zanzara' per sdrammatizzare (o drammatizzare a seconda dei punti di vista) mentre pedalo o corro, sia via Skype e mail con le testimonianze dirette di amici e parenti, in qualche caso coinvolte in pieno.

Passerà. Ma quando? E a che prezzo?


Commenti

Post più popolari