Shock culturale: quando la religione opprime la ragione


Con il passare dei mesi, le lezioni, le discussioni con le persone, inizio a farmi un'idea più precisa della psiche georgiana. Omosessualità, clonazione, avanzamento tecnologico, aborto, prove scientifiche sull'origine dell'uomo e della vita sulla terra: ogni qualvolta un tema va a scontrarsi con i dogmi religiosi è come trovarsi di fronte ad un muro.

Non sto parlando di convinzioni ferme: seppur qualcuno cerca di difendere le posizioni religiose con argomenti alquanto discutibili, la maggior parte delle persone in cui mi sono imbattuto semplicemente RIFIUTA il dialogo. Come se anche solo sentire certi discorsi dia fastidio. Senza arrivare all'eccesso di una mia studente 25enne che nel mezzo di un dibattito sulla clonazione dichiara di avere mal di testa e di non riuscire più a sopportare il discorso, in generale c'è una forma di arroccamento psicologico. Come se ci fosse una consapevolezza di fondo che parlando, ascoltando, confrontandosi si possa cambiare idea. E non si voglia cambiare idea per nulla al mondo. Da cui, meglio evitare.

Il tema forse più imbarazzante è quello dell'omosessualità, che sfocia spesso e volentieri in una tremenda offesa verbale e psicologica. Contro chi la pensa diversamente certo, ma anche contro se stessi se si pensa che la convinione a priori che l'omosessualità faccia schifo porta molti a stabilire tout court che c'è una lobby dietro la scienza medica, impegnata in anni di battaglie per rinnegare l'ovvietà che essere gay è una malattia. Che l'omosessualità è trasmissibile per osmosi, o per imitazione. Che tutti i gay prenderanno, prima o poi, l'AIDS. Cose che i bigotti americani pensavano negli anni ottanta, oltre 30 anni fa.

Un altro esempio della rigidità mentale dettata da questo ancorarsi alla religione viene da una discussione sulla clonazione. Nemmeno di fronte all'ipotetica situazione: pochi panda rimasti sulla terra, l'unico modo di salvarli dall'estinzione e clonarne qualcuno per cercare di farli riprodurre, la maggior parte degli studenti si smuove dal dichiarare "la clonazione è sbagliata, è peccato".

La cosa è amplificata dal fatto che queste persone fanno parte o sono figli dell'elite della capitale di un paese. Non sono la classe operaia, non sono pastori delle montagne, non sono gente che non ha accesso ad internet.

Posso capire l'origine di tutto ciò. Ho già accennato in post precedenti l'incredibile nazionalismo e attaccamento alle origini e alle tradizioni di questo popolo, comprensibile perchè unico modo di rimanere "vivi" e portare avanti la propria cultura in oltre 100 anni di influenza russa e prima ancora di minaccia turca. Ma la stessa determinazione rischia di tenere questo paese ancorato a secoli fa, ad un mondo che non esiste più, ad un'idea di moralità che va contro l'avanzamento sociale degli ultimi 200 anni e, in ultimo ad opprimere la ragione e lasciare spazio a fondamentalismo ed intolleranza.

Commenti

Post più popolari