Banska Stiavniczctckch...


La lingua slovacca, si sa, non abbonda in vocali. La fantastica cittadina di Banska Stiavnica ci mette un paio di settimane buone per starmi in testa. Nel centro del paese, in zona collinare, è patrimonio dell'Unesco e per buone ragioni: castelli, chiese, un centro retrò con tanti caffè e mostre d'arte, il tutto circondato da verdi boschi e laghi cristallini. Un gioiellino in cui gustarsi una buona Zmrzlina (un gelato). E' solo una delle località che visito in questa primavera, per cercare di assaporare il più possibile questo paese tanto accessibile e tranquillo quanto relativamente sconosciuto. Ecco allora spuntare castelli dietro ogni angolo, Smolenice in primis il mio preferito (casa tra l'altro dell'inventore del paracadute), ma anche la imponente fortezza di Trencin che fa ombra al piccolo e curato centro storico. Con le belle giornate iniziano le manifestazioni e gli eventi, dai festival vinicoli alle rappresentazioni in costume medievale con giostre e competizioni di tiro con l'arco.

Lavorativamente, con la partenza prematura di un collega americano mi trovo ad affrontare carichi di lavoro sovrumani (e quando sei a contatto con i bambini piccoli questa cosa la senti particolarmente) e in aggiunta anche alcuni eventi promozionali della scuola.
Il sostituto di Colin è un altro americano, un newyorkese di nome Jeremy che si insedia nel mio appartamento. Ora non so se sia questa scuola che è una calamita per gli svalvolati, ma questo tizio è seriamente un campione.
Dire che ha la testa tra le nuvole non gli rende giustizia. Si dimentica tutto, non fa niente a casa, ne pulire, ne dividere le spese ma non perchè non voglia spendere, semplicemente perchè non ci pensa: come se carta igienica, olio, e sacchetti per la spazzatura si materializzassero sulle mensole. A scuola ne combina di ogni, andando negli asili sbagliati nel giorno sbagliato, all'ora sbagliata. Una mattina mi prende la borsa pensando fosse la sua (lui usa uno zaino, io una borsa a tracolla), un'altra lascia la porta di casa completamente spalancata, la prima volta che cucina oltre a lasciare un porcile si dimentica il gas acceso (e fortuna che ero a casa). Lascia ogni luce possibile e immaginabile accesa senza motivo e in generale ogni giorno ci regala perle di disorganizzazione, ingenuità e incapacità di stare al mondo.

E' il rush finale in ogni caso, e con l'arrivo di giugno inizio a vedere in lontananza il traguardo di fine anno. E' stato bello ed intenso, estremamente formativo anche se non come me lo sarei aspettato (ho imparato come sono le scuole disorganizzate e di seconda fascia), e nonostante tutto forse la cosa più importante che ho realizzato è che, a lungo termine, la cara vecchia Europa è per ora il luogo dove più facilmente potrei lavorare, crescere, costruire qualcosa e vivere con la migliore qualità della vita possibile. Tempo ora per la prima estate in 3 anni in Italia, qualche viaggetto qua e la, tempo da spendere con famiglia e amici prima di tornare, a settembre, nella cara vecchia steppa Kazaka. Un'offerta che non potevo rifiutare, con ben in mente l'obiettivo per Settembre 2017: Giappone.

Dovidenia Slovakia!

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