Paura e delirio a Sliema



La decisione di tornare a Malta per una seconda estate di lavoro l'avevo presa un pomeriggio di Marzo a Karaganda, quando l'ennesima tempesta di neve aveva fatto scendere la temperatura ben oltre i -20. "Dopo questo inverno, voglio 3 mesi di caldo e di mare" mi ero detto, e complice l'offerta della scuola IELS di ri-accogliermi a braccia aperte avevo prenotato i biglietti del volo e firmato il contratto. Ero abbastanza sicuro di trovare un alloggio a prezzi decisamente più abbordabili dell'anno precedente... mi sbagliavo.

La MTA (l'ufficio del turismo Maltese) ha passato l'inverno e la primavera a bombardare di pubblicità le televisioni e i social di tutta Europa, provocando un boom turistico clamoroso (si calcola +10% dall'anno scorso, che era comunque stato il più prolifico della storia). L'area di "Manhattan", Sliema, dove si trova la mia scuola e dove lo scorso anno alloggiavo, è diventata ancora più richiesta. Durante i primi giorni visito catapecchie vicine e lontane a 250 euro a letto (non a camera) o case più dignitose ma sempre vecchie intorno ai 450 euro al mese (per camera). Preso dal panico alla visione di un vero e proprio "campo profughi" (una casa con 20 persone per cui mi era stato proposto campeggiare sul tetto per 280 euro al mese), non ci penso troppo e accetto la richiesta di Joe, un maltese che affitta una camera nel suo appartamento moderno nella stessa via della mia scuola. Il prezzo è elevato, ma il rapporto qualità/prezzo sembra ottimo, considerata soprattutto la posizione centralissima e il delirio assoluto del mercato immobiliare. Non l'avessi mai fatto...

Il ragazzo, studente di legge, si conquista di diritto e senza discussioni il primo posto nella classifica delle persone più sporche, disordinate e disgustose che abbia mai conosciuto. Pile di piatti che sfidano la forza di gravità nel lavandino, spazzatura ovunque, disgustosi rumori catarrosi fatti ad ogni ora del giorno e della notte, bagno in condizioni pietose, lavanderia lasciata a marcire nel cestello della lavatrice per giorni, vermi e mosche morte nel cibo, avanzi di mcdonalds sul divano. Esattamente 2 giorni dopo il passaggio della donna delle pulizie e il mio ingresso, la casa era già in condizioni di invivibilità totale. Una sera Joe occupa il bagno: "sto radendomi, 5 minuti e ho finito". Poco dopo lo sento spruzzarsi 10 kg di Axe e uscire di casa. Al mio ingresso in bagno trovo mozziconi di sigaretta, mezza bottiglia di vino vuota per terra, schiuma da barba e ovviamente peli ovunque, dallo specchio al pavimento alla vasca da bagno. Disgustato prendo la decisione di andarmene, a qualunque costo. Il giorno dopo, uscendo per andare a scuola, trovo Joe spaparanzato sul divano: ha ancora la barba...

Trovo un appartamento bello, grande, pulito ed economico a Fgura, solo 10km o giù di lì dal lavoro, ma un'infinità in distanze maltesi. Ogni giorno devo farmi 1 ora di autobus la mattina nel delirante traffico attorno a Valletta, ma ne vale la pena. Divido con una ragazza italiana e un ragazzo maltese, entrambi bravissime persone che mi fanno sentire subito a casa. Con Joe trovo un accordo: posso riavere la cauzione (un sacco di soldi) se gli trovo un sostituto per la mia camera. E qui inizia il travaglio:
-Ingegnere informatico turco e architetto indiano: "no, niente arabi o simili, sono sporchi"
-Ragazzo italiano tranquillissimo e pronto ad entrare seduta stante "no, non mi ispira fiducia"
-Francese che lavora 2 settimane a Malta e 2 in giro per il mediterraneo "no, ha la ragazza e quindi potrebbe farla venire a stare qui per troppi giorni"
Quasi perdo le speranze quando trovo un altro ragazzo italiano piuttosto disperato alla ricerca di una stanza da subito. Metto in chiaro le cose sull'igiene del soggetto, ma a lui sembra non importare. Si incontrano, Joe accetta. Sembra fatta, solo un paio di giorni per firmare il contratto. Una domenica cammino per la bella Senglea quando ricevo una chiamata da questo ragazzo che vuole abbandonare l'appartamento. Joe è rientrato a casa alle 7 di sera da una giornata di bagordi, urlando come un pazzo "dov'è la roba magica??? dov'è???" e ribaltando la casa alla ricerca di chissà quale sostanza. "Dov'è Paolo? Chiamalo subito! Qualcosa di terribile potrebbe essergli successo" e concludendo con un "Speriamo che la Grecia non esca dall'euro" prima di uscire lasciando la porta spalancata. Sembrava la fine delle mie speranze di riavere indietro la cauzione, e invece per chissà quale motivo il ragazzo parlando con Joe e avendo l'assicurazione che un episodio del genere non si ripeterà, decide di firmare comunque.

Passeranno altri giorni di estenuanti negoziazioni, appuntamenti mancati, bidoni e resistenze varie prima di riavere indietro i miei soldi. Unito a questo, la società dei trasporti attua dal 1 luglio, senza preavviso, un rincaro di oltre il 300% sui prezzi dei biglietti, equiparando una corsa in autobus al prezzo di una birra e un paio di pastizzi, scatenando l'ira di chiunque si avvalga del trasporto pubblico. Code interminabili sotto il sole alle biglietterie per sottoscrivere gli abbonamenti con i nervi a fior di pelle portano ad un evento spiacevole quasi sotto i miei occhi: uno studente ungherese di colore interviene in una discussione animata per placare le acque tra due maltesi, una signora gli si avvicina e gli urla "tornatene a casa tua, africano!" e gli sputa in faccia. Il ragazzo allora chiama la polizia lì vicino che in tutta risposta lo blocca e lo ammanetta, mentre i presenti cercano inutilmente di spiegare l'innocenza dell'uomo e la signora se la da a gambe levate.

Prime tre settimane di delirio ASSOLUTO.

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