Just like Lazenby


Ci sono sempre canzoni che ti ricordano immediatamente un evento, un periodo della vita, una persona, o un luogo in particolare. In questi otto mesi a Karaganda ho ascoltato parecchia roba, dai nuovi album degli idoli assoluti come Damien Rice e Ben Howard alla riscoperta dei vecchi U2 e degli americani Drew Holcomb and the Neighbours. Ma nessuno mi ricorderà il cielo sconfinato, l'enorme bandiera kazaka al vento, il murales di Gagarin e le corse in Marshrutka come l'album Heartbeat Radio di Sondre Lerche. E in particolare, la canzone Like Lazenby, dedicata a Geroge Lazenby, l'unico attore ad interpretare James Bond per un solo film, e che sembrava fare pasticci in qualunque situazione (forse per questo la sento in maniera particolare).

Il mio primo di maggio è stato veramente speciale. Avendo terminato l'ultima lezione la sera del 30 aprile, è stato il mio primo giorno di "vacanza" e mi ha dato l'opportunità di incontrare e salutare molti studenti con cui ho passato tanti mesi. Durante quella che qui non è più la festa dei lavoratori da tempo ma la "giornata dell'amicizia tra le nazioni e i popoli" tra una camminata nel parco, un caffè e un gelato vengo inondato di sorrisi, di abbracci, di souvenir e regali e ricordi, tanto che sarà un'impresa non da poco far stare tutto nello zaino al mio ritorno a casa.

Approfitto del lungo weekend anche per ritrovare Gulmira e Dinara e visitare il parco nazionale di Burabay, a 6 ore di treno super-veloce da qui (quindi vicinissimo per le distanze kazake). Un area fantastica perchè una piccola isola montuosa circondata da laghi e foreste di betulle rosse in un oceano di steppa, piatta e brulla. Non c'è da stupirsi che un luogo così nasconda così tanti simboli mistici, religiosi e leggendari per i kazaki, nelle fantasiose e numerose rocce e alberi dalle forme improbabili. Essendo luogo di villeggiatura privilegiato dalla gente del luogo (oltre che dai russi che fanno volentieri una capatina oltre confine) alla sera è obbligatorio mangiarsi quintali di carne, preferibilmente sotto forma degli ormai famigerati shashlik (spiedini di pecora alla griglia).

Pochi giorni ormai rimasti, mentre cammino per la mia Nurken Abdirova di ritorno dalla stazione, con le luci dei bar e dei ristoranti a fare da coreografia, penso a questi mesi e a tutto quello che ho vissuto, errori e pasticci compresi. Rifarei di nuovo tutto, se ne avessi la possibilità. Proprio come Lazenby


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